Italia senza negozi: oltre mille i comuni privi di alimentari mentre esplode l’e-commerce

In Italia, il volto dei centri urbani e dei piccoli comuni sta cambiando radicalmente. Secondo i dati di Confesercenti, oggi oltre 1.100 comuni non hanno più nemmeno un negozio alimentare: macellerie, panetterie, pescherie e negozi di frutta e verdura stanno sparendo a ritmi allarmanti, lasciando residenti senza servizi essenziali a portata di mano; in totale, circa 650mila persone vivono in comuni privi di attività di base. Ma la desertificazione commerciale non è solo un problema economico: la mancanza di negozi locali impoverisce la vita dei cittadini, riduce le occasioni di socialità e contribuisce a rendere più fragili interi territori. Come spiega il presidente di Confesercenti, Nico Gronchi, "fare impresa in Italia oggi è una corsa a ostacoli. La perdita di piccole attività riduce il tessuto economico e sociale del paese".
I settori più colpiti e le conseguenze sociali
La chiusura dei negozi non riguarda solo alimentari: librerie, cartolerie, negozi di articoli sportivi e giocattoli sono ormai assenti in oltre 3.200 comuni, mentre le stazioni di servizio hanno lasciato deserti quasi 3.800 centri urbani. Ciò significa che milioni di cittadini devono percorrere lunghe distanze per fare rifornimento o acquistare beni di prima necessità. Negli ultimi dieci anni, l'Italia ha perso più di 140mila attività commerciali, un dato che racconta una vera e propria erosione del tessuto economico locale. Solo nel 2025, si stima che il saldo tra aperture e chiusure sarà negativo di circa 23mila negozi, quasi tutti gestiti da imprenditori individuali: significa che ogni giorno chiudono più attività di quante ne vengano aperte, con un impatto diretto su famiglie, lavoratori e comunità locali.
Anche il ritmo delle chiusure è in crescita: nel 2024 circa 169 negozi hanno abbassato ogni giorno la saracinesca, rispetto ai 139 del 2020, l'anno della pandemia. Questo significa che le chiusure non sono più solo eventi sporadici legati a difficoltà temporanee, ma rappresentano un fenomeno costante e in accelerazione, che riduce progressivamente l'accesso ai servizi di base, indebolisce le economie dei quartieri e aumenta il rischio di isolare interi comuni, soprattutto quelli più piccoli.
L'e-commerce corre mentre i negozi chiudono
Di fronte a questa situazione, l'e-commerce ha conosciuto una crescita senza precedenti. Solo quest'anno, in Italia, sono stati consegnati circa un miliardo di pacchi, una media di 18 per abitante, un numero che evidenzia quanto gli italiani si affidino sempre più agli acquisti online. I consumatori, attratti dalla comodità, dalla velocità e dalla possibilità di confrontare prezzi e prodotti con un click, preferiscono insomma il digitale alle tradizionali botteghe di quartiere. Questo spostamento ha però un rovescio della medaglia, perché mentre la tecnologia apre nuove opportunità di acquisto e favorisce certo l'innovazione, accelera anche la desertificazione commerciale. La chiusura dei negozi tradizionali non riguarda solo l'economia, come anticipato, ma anche, e soprattutto, la vita sociale dei quartieri. I negozi di vicinato non sono solo luoghi dove comprare beni di prima necessità, ma anche punti di incontro, di scambio e di socialità, che creano legami tra le persone e contribuiscono a rendere vivi i territori; con la loro scomparsa, intere comunità rischiano di perdere non solo servizi, ma anche quell'identità e quella vitalità che hanno sempre caratterizzato le città e i paesi italiani.
Il rischio per le comunità locali
Nei piccoli comuni e nelle periferie, l'assenza di attività commerciali significa, come detto, maggiore isolamento, minore accesso ai servizi di base e riduzione dei luoghi dove le persone si incontrano e si scambiano relazioni quotidiane. E questo problema riguarda soprattutto gli anziani e chi non ha familiarità o possibilità di usufruire degli acquisti online, lasciando intere fasce di popolazione senza punti di riferimento concreti. Confesercenti sottolinea per questo motivo l'urgenza di interventi mirati per sostenere le piccole imprese e valorizzare il commercio di prossimità, considerato un pilastro fondamentale per la vitalità dei territori e per la qualità della vita dei cittadini.
Commercio e turismo continuano certo a rappresentare il cuore dell'economia italiana, ma senza politiche di sostegno efficaci, molti comuni rischiano di perdere la propria identità e i servizi essenziali per la comunità.