Isis, l’Italia non invierà soldati alla diga di Mosul. Smentito l’annuncio di Renzi

La spedizione in Iraq per ristrutturare la diga di Mosul non vedrà coinvolti militari italiani. Dopo l'annuncio di Matteo Renzi sull'invio di 450 soldati a protezione dei lavori di ricostruzione dell’impianto di Mosul, a testimoniare l'impegno nostrano nel conflitto all'Isis, arriva la smentita direttamente dalle autorità di Baghdad. A riportarlo è l’Ansa, che cita fonti diplomatiche, secondo quali al momento sarebbero in corso solo “contatti per valutare la necessità di un eventuale accordo”, nel caso in cui la società italiana Trevi dovesse aggiudicarsi l’appalto per il consolidamento della diga. In tal senso, ieri, il ministro per le risorse idriche iracheno, Muhsin al Shammary, ricevendo l’ambasciatore italiano in Iraq, Marco Carnelos, ha affermato che l’Iraq “non ha bisogno di alcuna forza straniera per proteggere il suo territorio, i suoi impianti e la gente che ci lavora” visto che la diga di Mosul “è già protetta da forze irachene, che saranno sufficienti”. Al Shammary si è poi limitato a dire che la Trevi ha “presentato i documenti per partecipare alla gara”. Da parte sua Carnelos ha risposto che “ogni eventuale dispiegamento di truppe italiane, a Mosul o in qualsiasi altra parte del territorio iracheno, potrà avvenire solo d’intesa con il governo iracheno”.
La diga della discordia
Sempre sulla possibilità del vociferato invio dei soldati italiani a Mosul, ieri sono emerse le reazioni delle fazioni presenti nell'area. "Qualsiasi forza straniera in Iraq sarà considerata una potenza occupante a cui dobbiamo resistere", ha detto al Jaafar al Hussein, portavoce delle Brigate sciite irachene di Hezbollah. A fargli eco è stato poi il presidente della Commissione Difesa del Parlamento iracheno, Hakim Zamili, che ha definito "irragionevole e illogico" il dispiegamento dei militari italiani a difesa dei lavori di manutenzione dell’impianto sul fiume Tigri, nel governatorato settentrionale di Ninive. "Abbiamo davvero bisogno dei combattenti italiani?", si è chiesto l'esponente del movimento politico-religioso sadrista, in un comunicato, ribadendo che le forze irachene proteggeranno la zona in autonomia.