Insulti a Mattarella, finiscono sotto inchiesta in 39: rischiano fino a 15 anni di carcere

L’ipotesi è quella di aver offeso l’onore e il prestigio del presidente della Repubblica e di aver attentato alla sua libertà. Un reato punibile con la reclusione fino a 15 anni. Ma non è esclusa neanche l’ipotesi di istigazione a delinquere. Da questa base nasce l’indagine a carico di 39 profili Facebook che sono finiti sotto inchiesta dopo la decisione della procura di Palermo di aprire un fascicolo per risalire agli autori delle minacce e degli insulti che sono stati rivolti attraverso i social network al capo dello Stato Sergio Mattarella negli scorsi mesi. Insulti che sono arrivati durante la fase di stallo per la formazione del nuovo governo, soprattutto nel momento in cui il presidente della Repubblica ha posto il suo veto sul nome di Paolo Savona come ministro dell’Economia, convocando al Colle Carlo Cottarelli per affidargli l’incarico di formare un governo tecnico che portasse il Paese a nuove elezioni dopo qualche mese.
I titolari di alcuni profili sono già stati identificati, mentre molti altri sono in corso di identificazione da parte della digos che sta cercando di capire se i nomi degli autori dei post su Facebook e Twitter corrispondano a persone reali o ad account fake. Subito dopo le prime dichiarazioni sui social erano già finiti nel registro degli indagati tre persone: Manlio Cassarà, palermitano, che aveva scritto “hanno ucciso il fratello sbagliato” riferendosi all’omicidio di Piersanti Mattarella, assassinato dalla mafia; Michele Calabrese, autore di un post simile; ed Eloisa Zanrosso che scrisse “ti hanno ammazzato il fratello, non ti basta?”.
L’ipotesi avanzata dai pm titolari dell’inchiesta, l’aggiunto Marzia Sabella e il sostituto Gery Ferrara, sono i reati di attentato alla libertà del presidente della Repubblica e offesa all’onore e al prestigio del presidente della Repubblica, che possono essere puniti con una reclusione che va fino a 15 anni. Non si esclude, inoltre, l’ipotesi di istigazione a delinquere.