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Incarico a Cottarelli, l’Italia si divide in pro e contro: Mattarella minacciato di morte

Il Paese si divide, sui social network e nelle piazze, sull’appoggio o la condanna a presidente Mattarella. Toni duri e minacce su cui la Polizia postale ha avviato un monitoraggio, con l’obiettivo di segnalare all’autorità giudiziaria i commenti che contengano reati perseguibili d’ufficio.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'Italia si divide su Sergio Mattarella, dopo quello che da molti commentatori è considerato il momento più buio della crisi istituzionale. L'incarico a Carlo Cottarelli, che proverà a formare un governo di tecnici, viene letto in due modi, tertium non datur: o è l'intervento di un salvatore della Patria, o è stato un atto irresponsabile, che va contro la decisione del popolo sovrano, e che quindi è da considerarsi eversivo. E mentre si mobilitano le piazze, su entrambi i fronti, già da oggi pomeriggio si sono moltiplicati i presidi di coloro che hanno voluto manifestare la loro solidarietà al Capo dello Stato. E tra invettive e  vere e proprie minacce di morte il Paese non è mai stato più spaccato di così.

Impeachment sì o impeachment no? La polizia intanto ha fatto sapere che ha avviato un monitoraggio su siti web e social con l'obiettivo di segnalare all'autorità giudiziaria tutti quei comportamenti e dichiarazioni contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in cui si configurino reati perseguibili d'ufficio. Violenti polemiche si sono susseguite per tutta la giornata di oggi. "La mafia ha ucciso il Mattarella sbagliato", scrive un utente su Twitter, riferendosi all'omicidio di Piersanti Mattarella, presidente della Regione Sicilia assassinato dalla mafia nel 1980.

E poi ancora: "Questo è un dittatore". Per qualcuno Mattarella ha "sacrificato la democrazia sull'altare dei mercati", ha dato "uno schiaffo inaccettabile", c'è chi parla di "golpe". Su Fb è stata creata una pagina apposita, che ha già 25.762 like, dal titolo "Sergio Mattarella non è il mio presidente".

Dall'altra parte della barricata spunta invece l'hashtag a sostegno del Quirinale #iostoconmattarella, e la petizione, circolata anche su Whatsapp, lanciata nella piattaforma no profit Progressi.org:

Siamo cittadine e cittadini, italiani ed europei, indignati di fronte agli attacchi che alcuni esponenti politici stanno rivolgendo al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Presidente ha esercitato le proprie prerogative costituzionali rispetto alla formazione di un esecutivo che avrebbe rischiato di portarci fuori dalla moneta unica e così minacciare la stabilità economica e finanziaria del nostro Paese. La permanenza dell'Italia nel sistema monetario dell'Euro e dell'Europa nel suo complesso è un tema vitale per la nostra economia che non può essere ridotto a propaganda politica di basso profilo senza un serio approfondimento in sede istituzionale. Al di là della questione Euro, ciò che allarma sono i toni eversivi che questi politici stanno usando contro il Capo dello Stato e con esso contro tutte le istituzioni democratiche del Paese.

Mattarella ha incassato anche l'appoggio del New York Times: "La lealtà all'Euro di Sergio Mattarella ha portato al collasso del nascente governo populista poche ore prima che prendesse il controllo della quarta economia dell'Unione europea". Sul giornale che aveva scatenato la polemica sul curriculum di Giuseppe Conte, ora si legge "Lunedì il tranquillo presidente dai capelli bianchi è emerso come la figura più controversa della politica italiana ed europea. Il suo rifiuto di confermare un economista euroscettico come ministro – sottolinea il Nyt – ha portato al collasso il nascente governo della coalizione formata dal movimento antiestablishment dei Cinque Stelle e dal partito anti-immigrati della Lega".

Una posizione netta l'hanno in presa in Italia anche sindaci e presidenti di Regione. A Roma i consiglieri comunali del Pd hanno esposto uno striscione con la scritta "Io sto con Mattarella" e "Viva la Costituzione", mentre in Brianza sei sindaci leghisti hanno sostituito la foto di Mattarella nei loro uffici con una statuetta di Alberto da Giussano.

Un flashmob in difesa del presidente della Repubblica, organizzata invece dai circoli del Pd di Firenze, si è svolta nel pomeriggio. Un'iniziativa alla quale ha preso parte anche il sindaco Dario Nardella.

A Torino, i Cinquestelle, per la prima volta dall' inizio del mandato, non hanno partecipato alla seduta del Consiglio comunale per manifestare dissenso nei confronti di una "democrazia a sovranità limitata". E contemporaneamente in piazza in più di mille hanno organizzato un presidio a sostegno di Mattarella. Parole dure da parte di alcuni governatori. "Quanto accaduto – ha detto il governatore leghista del Veneto Luca Zaia – è ingiustificabile. Il Presidente ha rivestito un ruolo da capo di una Repubblica semipresidenziale o presidenziale, ma noi siamo in una Repubblica parlamentare ed è il Parlamento che vota la fiducia, non il presidente". Giudizio severo anche dal leghista Attilio Fontana: "Evidentemente la questione vera non era Savona, c'erano in ballo questioni che vanno al di là delle persone".

"Piena solidarietà e sostegno contro ogni imposizione e sopruso di stampo populista", è la posizione del piemontese Sergio Chiamparino. Stessa linea da Francesco Pigliaru, Sardegna: "Mattarella ha reagito davanti a un progetto pericoloso" e "ha visto questo pericolo incardinato attorno alla proposta di Paolo Savona all'Economia". Schierati con Mattarella anche i vescovi della Cei e 14 giuristi, tra cui Enzo Cheli, Paolo Caretti, Ugo De Sierv, sono scesi in campo definendo "sbagliata l'idea che il presidente della Repubblica sia un organo ‘neutro', un semplice notaio". 

Piena soliderietà espressa anche da LeU: "Solidarietà al presidente Mattarella da parte di tutto il gruppo parlamentare per le minacce e le offese ignobili di queste ore", si legge in una nota del gruppo.

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