In Sicilia anche le galline hanno la scorta. Almeno quelle di Lombardo

L'esperienza di Raffaele Lombardo alla guida della Regione Sicilia è finita lo scorso 31 luglio. Lascia un debito di 5,2 miliardi euro, almeno secondo il calcolo (o meglio, l'allarme) diffuso dalla Corte dei Conti. Non lascia invece le sue galline padovane, come racconta L'Espresso. Eh sì, perché il governatore uscente, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, sta ultimando il suo trasferimento da Palazzo d'Orleans a Catania (dove appenderà gli abiti del politico al chiodo per dedicarsi alla coltivazione di marijuana, come lui stesso ha rivelato qualche mese fa – scherzosamente, sembra – a La Zanzara su Radio 24). Lombardo è un grande amante degli animali: ha un cavallo arabo, che gli è stato donato dal Sultano dell'Oman. Zorro (questo il nome del puledro) rimarrà a Palermo in dotazione del presidio ospedaliero "Villa delle Ginestre" per i programmi di ippoterapia. Un momento, però: non è propriamente un atto di generosità verso i disabili dal parte dell'ex Presidente: Zorro pesa sulle spalle della già disastrata Regione Sicilia (vedi il dossier di Fanpage sugli sprechi della giunta Lombardo) circa 2.300 euro al mese.
I suoi preziosi volatili, invece, no. L'ex Governatore ha deciso di portarli con sé. Tutti e 12, incluso il rarissimo esemplare di gallo Orpington, hanno lasciato il palazzo della presidenza sotto scorta, a bordo del van solitamente utilizzato dai bodyguard che proteggono il Presidente della Regione.. Proprio così: è stata la polizia ad accompagnare i pennuti di Lombardo nella loro nuova residenza.
Ma il trasloco terrà impegnato Lombardo non solo col bestiario. C'è ancora tutta una serie di oggetti personali che devono trovare una nuova collocazione. E' il caso, come scrive sempre L'Espresso, della sua collezione d'armi di circa quaranta esemplari tra pistole e fucili antichi. Niente da fare, invece, per la piccola beauty farm, che si compone di una piccola sauna e di un tapis roulant professionale, entrambi impossibili da spostare da Palazzo d'Orleans. E non va dimenticato il fornetto pagato quasi duemila euro. Non va dimenticato perché, come per gli altri, è un oggetto comprato con i fondi della Presidenza regionale siciliana. Soldi pubblici, insomma.