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Il Terzo Polo doveva svuotare Forza Italia, ora è Tajani che punta ai voti di Renzi e Calenda

Conte e Schlein festeggiano. La vittoria in Sardegna e rilanciano il campo largo come unica alternativa alla destra. Il terzo polo non esiste come soggetto politico, e come spazio elettorale autonomo può solo aiutare le destre a vincere. E Tajani ora guarda ai voti di Renzi e Calenda.
A cura di Valerio Renzi
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Il Terzo Polo sembrava destinato a svuotare Forza Italia, ora è Antonio Tajani che punta a prendersi i voti di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Il leader di Italia Viva il primo in questa fase non riesce a rendersi indispensabile, a fare quelle giocate tutte politiciste di cui è maestro, e che lo mettono come per magia al centro della scena. Il secondo finorea nella sua carriera politica a non voler fare mai davvero i conti con la realtà, e con i numeri. E anche se a Calenda non piace per nulla, la realtà dice che al campo largo non c'è alternativa, sempre che l'obiettivo sia vincerle le elezioni beninteso. E oggi sembra averlo finalmente ricevuto, riconoscendo che non almeno a livello locale è necessario sostenere il centrosinistra, anche se c'è il Movimento 5 Stelle.

La vittoria in Sardegna, l'immagine di Giuseppe Conte e Elly Schlein che festeggiano insieme sul palco l'elezione a governatrice di Alessandra Todde, è l'istantanea che, come si dice in questi casi, cambia la narrazione. Tutto a un tratto il governo non sembra imbattibile, la crisi della Lega pesa sulla stabilità e la serenità dell'esecutivo. E tra un mese si vota in Abruzzo, la regione laboratorio della destra destra, dove si è costruito il modello della vittoria di Giorgia Meloni, e dove il fedelissimo della premier Marco Marsilio ora inizia sul serio a preoccuparsi.

Non fosse bastato il bagno di realtà delle elezioni del 2022, ogni appuntamento con le urne conferma che in Italia non esiste uno spazio politico per un terzo polo, e naufragato miseramente il Terzo Polo come progetto politico, ora i libdem dovranno scegliere: guardare con invidia le vittorie degli altri quando arrivano,  essere puntualmente i responsabili delle sconfitte, oppure ordinarsi nel campo alternativo alle destre, magari razionalizzando la propria presenza sulla scheda elettorale.

Perché le prossime elezioni europee rischiano di essere drammatiche per Azione, Italia Viva e +Europa, ancora lontanissimi da trovare un accordo. Al contrario nel campo del centrodestra Forza Italia sembra tutto sommato in buona salute, portando in dote il brand del Partito Popolare Europeo. Roberta Metsola lo ha scandito con chiarezza al congresso azzurro dello scorso weekend: "Chi sta con i popolari sta con chi decide in Europa, chi vota Forza Italia vota per chi governerà a Bruxelles". Mica male come messaggio.

Ora, dopo un anno di denunce del presunto massimalismo di Schlein e della nuova direzione dem, dopo una stagione politica passata a battersi contro il populismo di Conte, ma soprattutto contro la sua politica sociale e il reddito di cittadinanza, l'elettorato di Italia Viva e Azione sembra essersi abbastanza radicalizzato a destra per votare Forza Italia. E il tutto per opera dei suoi stessi leader. Insomma, la constazione di Calenda che non c'è spazio per il Terzo Polo come progetto autonomo, potrebbe essere arrivata troppo tardi. Dal canto suo Tajani e il suo stato maggiore non si stanno limitando a capitalizzare l'aurea di Silvio Berlusconi dopo la sua scomparsa, ma sta trasformando la creatura del Cav in un partito di stare solidamente sulla scena politica anche dopo la scomparsa del fondatore e la fine dei tempi mitici della discesa in campo, normalizzando definitivamente Forza Italia.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Ho collaborato prima prima di arrivare a Fanpage.it su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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