Il sottosegretario che considera la pubblicità di Tiffany un’offesa all’identità del Paese

La foto che vi mostriamo è tratta dalla nuova campagna pubblicitaria di Tiffany: uno scatto di Peter Lindbergh che ritrae una coppia di ragazzi probabilmente in procinto di scambiarsi un anello di fidanzamento. Uno scatto che per il momento è riservato al mercato statunitense, ma che è bastato per scatenare l’ennesima inverosimile polemica all’italiana. Come racconta Claudio Rossi Marcelli su Internazionale, “la sola eventualità che tale immagine possa finire anche sulla stampa italiana ha spinto il sottosegretario del ministero dello sviluppo economico Simona Vicari a dichiarare: “(Quello dell’azienda) è un atteggiamento culturale molto irrispettoso di un paese e anche dei valori e dell’identità attuali del nostro paese. Quasi quasi sarei tentata a giudicarla una pubblicità ingannevole perché nel nostro paese non è permesso”.
Le dichiarazioni, rilasciate nel corso di una intervista a Klaus Davi, hanno ovviamente fatto molto discutere (per quanto non hanno avuto eccessiva risonanza, almeno per il momento). Se appare molto discutibile il merito stesso dell’intervento (che tocca ancora una volta con superficialità e approssimazione il tema dei rapporti affettivi fra persone dello stesso sesso), sembrano finanche paradossali alcune contraddizioni logiche nel pensiero del sottosegretario Vicari, senatrice eletta nelle fila del Popolo della Libertà e poi passata al Nuovo Centrodestra. La Vicari prima di tutto confonde un eventuale fidanzamento (o in ogni caso il semplice regalo di un anello) con il matrimonio (che in Italia è escluso fra persone dello stesso sesso, malgrado sia al centro di una lunga e complessa battaglia politica), poi ipotizza addirittura una sorta di “pubblicità ingannevole”. Come se l’azienda avesse detto: comprate l’anello e verrete uniti in matrimonio. Insomma, una figuraccia. Da qualunque parte la si guardi.
Qui le dichiarazioni: