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Il Pd ha cambiato idea sull’invio di armi in Ucraina?

Alla vigilia della visita di Draghi a Washington per il bilaterale con Biden, la politica italiana fa il punto sulla strategia da adottare in Ucraina. “Nessuno vuole l’escalation militare, nessuno ha mai pensato di inviare armi a Kiev come strumento di offesa e di aggressione in territorio russo”, ha detto Enrico Letta.
A cura di Annalisa Girardi
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Alla vigilia della visita di Mario Draghi a Washington, dove incontrerà il presidente statunitense Joe Biden, anche il Partito democratico ora avverte: l'Italia e l'Europa non si mettano in secondo piano rispetto agli Stati Uniti e facciano invece tutto il possibile per evitare un'ulteriore escalation in Ucraina. "Piena condivisione dell'Alleanza atlantica. È innegabile che l'intelligence Usa abbia visto giusto sull’invasione mentre l'Europa si fidava ancora di Putin. Ed è ineccepibile il loro sostegno all’Ucraina aggredita. Ma ripeto: la sfida per la pace si gioca qui e deve condurla l'Europa", ha detto Enrico Letta in un'intervista con il Corriere della Sera. Il giorno prima, parlando al seminario della Fondazione del Pd, aveva ribadito: "Nessuno vuole l’escalation militare, nessuno ha mai pensato di inviare armi a Kiev come strumento di offesa e di aggressione in territorio russo".

Insomma, a poche ore dall'incontro bilaterale tra Biden e Draghi la politica italiana fa il punto sulla strategia da adottare in Ucraina. Soprattuto rispetto all'invio di armi, un tema su cui Washington ha già dato il via libera. "L'idea di vincere, di battere l'avversario non mi appartiene", ha aggiunto il segretario dem, commentando le parole del premier britannico Boris Johnson, che ha affermato come si dovrebbero mandare più armi a Kiev per arrivare il prima possibile a una vittoria su Putin. Dopo aver ribadito la propria fiducia al presidente del Consiglio Draghi e al ministro della Difesa, il dem Lorenzo Guerini, Letta sembra ora sottolineare come il sostegno militare non debba oscurare la via principale di risoluzione del conflitto: quella della diplomazia e dei negoziati. Per il responsabile Sicurezza del Pd, Enrico Borgi, ora serve "mettere in campo una strategia per il cessate il fuoco".

Sulla stessa linea anche il ministro degli Esteri, il Cinque Stelle Luigi Di Maio: "Dobbiamo supportare l’Ucraina e il suo esercito per la sua legittima difesa e allo stesso tempo l’Italia continuerà a lavorare per la pace. Ma non possiamo pensare di fornire armi per colpire il suolo russo", ha affermato. Il leader del Movimento, Giuseppe Conte, da parte sua aveva detto: "Il M5s è isolato in Parlamento, ma la maggior parte degli italiani vuole la pace e noi ci batteremo contro l'escalation militare".

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