Il ministro Crosetto dice che l’Italia non entrerà in guerra con l’Iran anche se gli Usa attaccheranno

Anche se gli Stati Uniti sceglieranno di entrare direttamente in guerra con l'Iran, l'Italia se ne terrà comunque fuori. L'ha confermato il ministro della Difesa Guido Crosetto, dicendo che in ogni caso "sicuramente l'Italia non pensa di entrare in guerra con l'Iran, quindi penso non ci saranno mai soldati italiani o aerei italiani che bombarderanno l'Iran". Non solo perché "è costituzionalmente impossibile", ma anche perché "non c'è neanche la volontà" di farlo.
L'intervento degli Stati Uniti è una possibilità di cui si è iniziato a parlare molto negli ultimi giorni. Finora Donald Trump non si è sbilanciato sul tema, dicendo che la priorità è fare in modo che l'Iran rinunci al suo programma nucleare. E oggi la Casa Bianca ha fatto sapere che una decisione arriverà entro due settimane – una scadenza piuttosto lunga, considerando gli sviluppi continui del conflitto in corso. Nei prossimi giorni si terrà anche il vertice Nato all'Aja, previsto il 24 e 25 giugno, dove i leader potranno confrontarsi non solo sull'aumento delle spese militari, ma anche su Iran e Israele.
In attesa che arrivi la decisione di Washington, che potrebbe cambiare radicalmente il livello del conflitto, Crosetto ha comunque assicurato che l'Italia non intende intervenire direttamente sul piano militare. Intervistato a Diritto e rovescio, su Rete 4, il ministro della Difesa ha anche chiarito che ruolo potrebbero avere le basi aeree statunitensi che si trovano in Italia.
Si tratta di basi che sono "disciplinate da un accordo dei primi anni Cinquanta, molto antico", ha sottolineato il ministro. L'accordo in questione è il trattato di Londra, risalente al 1951 e ratificato in Italia con una legge del 1955. Questa norma, ha detto Crosetto, "prevede che le basi possano essere utilizzate soltanto spiegando per cosa vogliono utilizzarle", e solamente "dopo l'autorizzazione del governo italiano". Un'autorizzazione che, finora, "non è ancora mai stata chiesta".
Il ministro, che ha consigliato agli italiani di lasciare l'Iran e soprattutto la capitale Teheran, ha aggiunto che pensa che "rovesciare il regime" in Iran – quello che secondo alcuni analisti sarebbe l'obiettivo di Israele, anche se Benjamin Netanyahu lo ha negato – sarebbe "molto difficile, quasi impossibile". Il motivo è che "è basato sulla forza, sulla violenza ma anche sulla teologia, sulla religione, si somma tutto". In una situazione in cui peraltro gli oppositori "sperano in un intervento esterno, ma certo non in quello dei bombardamenti. Perché per quanto si possa odiare un regime, vedere ferita la propria città da bombe non può rendere felice nessuno".
La soluzione al conflitto, ha specificato Crosetto, sarebbe "la decisione dell'Iran di smetterla di cercare l'atomica. Basterebbe quello per cessare questa guerra". Per ora Teheran "non ce l'ha, altrimenti probabilmente una delle bombe che abbiamo visto cadere avrebbe potuto essere nucleare". L'augurio è che "non ci arriverà mai", e che "Israele non la userà mai, perché Israele invece ce l'ha". Oggi la Casa Bianca ha anche affermato che l'Iran sarebbe vicino alla creazione della bomba atomica, ma non ha fornito altre informazioni né ha chiarito quali siano le sue fonti (se l'intelligence statunitense o dei servizi stranieri, ad esempio).