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Il ministero farà un’indagine sulla diffusione delle varianti in Italia: la circolare

Il ministero lo ha annunciato tramite una circolare chiamata “Stima della prevalenza delle varianti Voc in Italia: lineage B.1.1.7, P.1, B.1.617 (1,2 o 3) e B.1.351, e altre varianti del virus Sars-CoV-2”. L’indagine avrà l’obiettivo di stimare quanto si siano diffuse le principali varianti del coronavirus sul territorio nazionale.
A cura di Annalisa Girardi
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Il ministero della Salute annuncia che farà un‘indagine rapida sulla diffusione delle principali varianti del coronavirus in Italia. Lo comunica tramite una circolare chiamata "Stima della prevalenza delle varianti Voc in Italia: lineage B.1.1.7, P.1, B.1.617 (1,2 o 3) e B.1.351, e altre varianti del virus Sars-CoV-2", firmata dal direttore generale della Prevenzione presso il ministero, Giovanni Rezza. L'indagine, si legge nella circolare, ha l'obiettivo di stimare quanto si sono diffuse le principali varianti del coronavirus sul territorio nazionale e sarà coordinata dall'Istituto superiore di sanità con le Regioni e le Province autonome. Saranno presi in considerazione i campioni notificati al 22 giugno, che dovranno essere analizzati tramite sequenziamento genomico.

L'indagine del ministero della Salute

L'Iss si avvalorerà anche del supporto della Fondazione Bruno Kessler per un'indagine che riguarderà quattro macroaree: il Nord-Overst, il Nord-Est, il Centro e il Sud e le Isole. "Tenendo conto del fatto che sul territorio circolano varianti con diverse prevalenze si calcola che, con l'ampiezza campionaria scelta sia possibile stimare prevalenze intorno a 1%, 10% o 50% con precisione rispettivamente intorno a 0,9%, 2,7% e 4,5% nelle 4 macroaree considerate", si legge nella nota. Il campione, viene ancora specificato, "dovrà essere scelto in modo casuale fra i campioni positivi garantendo la rappresentatività geografica e se possibile la rappresentatività per fasce di età".

La variante Delta in Italia

L'attenzione si è accesa anche in Europa sulla variante Delta dopo che i contagi sono tornati a salire nel Regno Unito proprio a causa della diffusione di questa variante, registrata per la prima volta in India. Questa variante, che è già presente in oltre 70 Paesi e si diffonde velocemente, potrebbe infatti minare al processo di riapertura e di ritorno alla normalità, se sottovalutata. Anche in Italia ormai da qualche tempo sono stati segnalati dei casi di variante Delta, ma mancano appunto una serie di dati approfonditi che possano far comprendere l'entità del fenomeno. Secondo l'Iss a fine maggio si trattava dell'1% dei positivi registrati nel nostro Paese: ora bisognerà capire quanto è mutata questa percentuale.

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