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Il governo vuole intervenire sull’Irpef oltre che confermare il taglio del cuneo fiscale

Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha spiegato che nelle intenzioni del governo c’è anche una revisione dell’aliquota Irpef più bassa, oltre che la conferma del taglio del cuneo fiscale per aumentare gli stipendi dei lavoratori dipendenti.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Non solo il taglio del cuneo fiscale, ma anche la revisione delle aliquote Irpef. Che non significa semplicemente accorpare i due scaglioni centrali con la riforma fiscale. Il viceministro all'Economia, Maurizio Leo, ha cercato di mettere ordine e dare un'idea più precisa di cosa voglia fare il governo Meloni sul fisco. Con la prossima legge di Bilancio bisognerà confermare assolutamente lo sconto sui contributi in vigore da gennaio e portato a 6 o 7 punti – a seconda del reddito – dall'inizio di luglio. Non è un dettaglio, visti i costi dell'operazione, ma evitarla è impossibile, pena far crollare di un centinaio di euro gli stipendi netti di milioni di lavoratori. Un autogol clamoroso a pochi mesi dalle elezioni europee.

Perciò il taglio del cuneo si farà, o meglio sarà rinnovato, ma non sarà da solo: "Il cuneo è la priorità del governo – ha detto Leo alla festa nazionale di Italia Viva – Ma se do più soldi, che poi però vengono mangiati dalla prima aliquota fiscale al 23%, allora devo aumentare anche la soglia del primo scaglione di reddito, che arriva fino a 15mila euro di reddito, altrimenti quello che gli do in parte me lo riprendo". Il viceministro, in sostanza, dice di rivedere non solo le due aliquote centrali accorpandole in una unica per passare a un sistema a tre scaglioni – come previsto dalla riforma del fisco – ma di rivedere anche la più bassa.

"È una operazione difficile ma ci dobbiamo provare, dobbiamo trovare le risorse e fare delle scelte". Quanto alla riforma fiscale, Leo ha spiegato: "Entro fine mese saremo in grado di confezionare il testo che affideremo al Parlamento per far entrare in vigore il primo gennaio del 2024 già alcune norme". Per quanto riguarda le imprese, invece, il viceministro ha proposto di "abbassare l'aliquota e arrivare gradualmente al 15%". Ma questo sarà vincolato ad alcune condizioni: "Se fai gli investimenti, in particolare in macchinari e innovazione, e se fai occupazione togliendo dalla disoccupazione gente che non prende più il reddito di cittadinanza".

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