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Covid 19

Il governo vuole eliminare l’isolamento per i positivi al Covid, dice il sottosegretario Costa

Il sottosegretario Costa ha annunciato che la svolta è imminente: “Se parliamo di convivenza con il virus non possiamo non rimuovere l’isolamento per i positivi”. E parla di settimane: “Questo provvedimento ha i giorni contati”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Niente più isolamento per i positivi al Covid, che sarebbero liberi di circolare senza alcuna restrizione. Questo scenario non è più così distante, anche in Italia. Sarebbe la vera fase due, quella della cosiddetta "convivenza con il virus", e per il nostro Paese sarebbe questione non di mesi, ma di settimane. Ad annunciarlo è stato il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, intervenuto a Radio Anch'io. "Credo che siamo molto vicini a questo traguardo – ha detto – D'altronde l'obiettivo è quello della convivenza con il virus e se parliamo di convivenza non possiamo che rimuovere anche l'isolamento per i positivi".

In pratica anche i positivi al Covid non avrebbero più alcun obbligo di isolarsi come succede ora, dal primo tampone positivo al primo tampone negativo. "Confido che nelle prossime settimane – ha detto ancora Costa – si arrivi anche a questa scelta che sarebbe un ulteriore passo verso la normalità". E sulle tempistiche rapide ha insistito: "Credo che ci siano i giorni contati anche per questo tipo di provvedimento".

Il percorso di fine restrizioni previsto dal governo, che ha visto decadere l'obbligo di indossare la mascherina in tutta una serie di luoghi proprio oggi, non prevede al momento questa svolta. Secondo le parole di Costa, però, una decisione in tal senso sarebbe imminente. Sarebbe in ogni caso un passo importante verso il ritorno alla normalità, forse il passo più importante. Il Covid diventerebbe a tutti gli effetti una malattia con cui fare i conti personalmente in caso di contagio, ognuno con il proprio decorso. Gli asintomatici circolerebbero liberamente – così come spesso accade ora inconsapevolmente, in verità, a meno che si arrivi a fare il test per un contatto o altri motivi e non per i sintomi – e chi pure dovesse presentare delle sintomatologie non per forza resterebbe a casa. Insomma, il Covid sarebbe trattato – a due anni e mezzo dall'esplosione della pandemia – come un raffreddore.

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