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Clima, Giorgia Meloni a Cop28: “Serve transizione ecologica e non ideologica, inutile essere radicali”

Giorgia Meloni è intervenuta davanti all’assemblea plenaria di Cop28, la conferenza Onu sul clima. Ha detto che serve una “svolta”, ma senza “radicalismo”, e che la transizione deve essere “ecologica” ma non “ideologica”, perché “se porta a costi insostenibili, soprattutto per i più vulnerabili, la condanniamo a fallire”.
A cura di Luca Pons
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La transizione ecologica è una priorità per il mondo, sì, ma va ottenuta seguendo un approccio "pragmatico" e non "ideologico". Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel suo terzo intervento a Cop28, la conferenza dell'Onu sulla crisi climatica. Si trattava del discorso più importante, perché si teneva davanti all'assemblea plenaria dei capi di Stato e di governo presenti.

Per quanto riguarda le iniziative mondiali sulle emissioni inquinanti, che hanno lo scopo di limitare il surriscaldamento globale, "ci sono ragioni per essere ottimisti, ma gli obiettivi restano lontani", ha detto Meloni. Per questo, "Cop28 deve essere un punto di svolta. È nostro compito dare una direzione chiara, e mettere in atto azioni ragionevoli ma concrete, come triplicare la produzione di energie rinnovabili entro il 2050″.

Questo piano in particolare è supportato da oltre 100 Paesi, tra cui l'Italia, e uno degli obiettivi di questa Cop sarà quello di renderlo un impegno condiviso a livello mondiale, da inserire ufficialmente tra i risultati finali della conferenza. Ci sarà, però, un intenso lavoro diplomatico da portare avanti per convincere anche i Paesi che al momento non hanno confermato di voler aderire a questo impegno. Al contrario, il piano per triplicare la produzione di energia nucleare è stato firmato da ‘appena' una ventina di Paesi.

Meloni ha rivendicato il ruolo dell'Italia, che "sta facendo la sua parte nel processo di decarbonizzazione, e lo sta facendo in modo pragmatico". La leader di Fratelli d'Italia ha sottolineato che il suo governo non intende seguire la "ideologia" di chi chiede interventi più decisi e radicali sul clima: l'Italia, ha detto, sta procedendo "con un approccio di neutralità tecnologica, senza radicalismo inutile. Se vogliamo essere efficaci, se vogliamo la sostenibilità ambientale, non compromettiamo la sfera economica e sociale".

E ancora: "Serve una transizione ecologica, non ideologica. Stiamo sostituendo gradualmente il carbone con le energie rinnovabili, stiamo investendo nei bio-carburanti. Nel contesto europeo, abbiamo tracciato un percorso per la neutralità di emissioni entro il 2050, ma abbiamo anche un approccio che cerca di rinforzare il mercato del lavoro e ridurre l'impatto sui cittadini. Pensiamo che se la transizione ecologica porta a costi insostenibili, soprattutto per i più vulnerabili, la condanniamo a fallire".

La presidente del Consiglio ha poi ribadito che parte del fondo italiano per il clima (che in totale consiste di circa 4 miliardi di euro) andrà al continente africano. Non solo, ma l'Italia intende diventare "un hub strategico per l'energia pulita", e contribuirà con 100 milioni di euro al fondo per i danni legati ai cambiamenti climatici.

Il discorso di Meloni si è concluso con un riflessione più ampia, rivolta ai leader politici presenti: "Siamo tutti consapevoli che molti degli sforzi che facciamo oggi daranno risultati visibili solo quando molti di noi non avranno più ruoli di responsabilità. Ma lo facciamo comunque, non per noi ma per chi viene dopo di noi. Come ha detto Warren Buffet: ‘C'è qualcuno seduto all'ombra di un albero oggi, perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa'".

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