Il discorso di Giorgia Meloni all’ONU: “Israele ha superato il limite a Gaza”

Un'aula dell'Assemblea generale quasi vuota, complice l'orario notturno a New York, ha fatto da cornice all'intervento di Giorgia Meloni, durato sedici minuti. La presidente del Consiglio ha esordito con un'immagine: "un mondo sospeso tra guerra e pace", attraversato da cinquantasei conflitti, il numero più alto dalla fine della Seconda guerra mondiale. "Viviamo una fase storica accelerata, complessa, con opportunità ma densa di pericoli", ha detto, osservando che "pace, dialogo, diplomazia non riescono più a convincere e vincere". A sintetizzare lo scenario, la citazione delle parole rese celebri da papa Francesco sulla "terza guerra mondiale combattuta a pezzi".
Da qui la premier ha tracciato un bilancio dell'architettura multilaterale nata nel 1945, chiedendosi se l'Onu sia davvero riuscita a mantenere la pace per cui era stata fondata. La sua risposta, "impietosa", è arrivata subito dopo: l'uso della forza prevale ancora troppo spesso. Sullo sfondo di questo quadro Meloni ha toccato i nodi che, a suo avviso, minacciano oggi l'equilibrio mondiale: la guerra in Ucraina e la responsabilità della Russia, la spirale di violenza in Medio Oriente, la necessità di riformare le regole internazionali su migrazione e diritto d'asilo, fino alle scelte economiche dell'Occidente in tema di transizione verde e globalizzazione. Un discorso che ha intrecciato avvertimenti e proposte, chiuso con un appello al coraggio, scandito da citazioni di papa Francesco e, in chiusura, di san Francesco d'Assisi.
Israele, Gaza e la soluzione dei due Stati
Il cuore politico dell'intervento si è concentrato alla crisi in Medio Oriente, con un focus particolare sull'invasione militare a Gaza: Meloni ha lanciato un appello diretto a Israele affinché "esca dalla trappola di questa guerra", in nome "della storia del popolo ebraico, della sua democrazia, degli innocenti e dei valori universali del mondo libero". Dopo aver condannato gli attacchi di Hamas del 7 ottobre, Meloni ha condannato Israele per la sproporzione della reazione militare, che, ha denunciato la premier, ha "superato il limite", violando norme del diritto umanitario internazionale e causando una strage di civili. "E per chiudere una guerra servono soluzioni concrete, perché la pace non si costruisce solo con gli appelli, o con proclami ideologici accolti da chi la pace non la vuole", ha proseguito, definendo "molto interessanti le proposte che il presidente degli Stati Uniti ha discusso con i Paesi arabi in queste ore", dicendosi pronta "ovviamente a dare una mano". Meloni ha poi anticipato che l'Italia voterà a favore di alcune delle sanzioni proposte dall'Unione europea nei confronti di Israele. Pur ribadendo la "storica posizione dell'Italia a sostegno della soluzione dei due Stati", la presidente del Consiglio ha voluto precisare che "Israele non ha il diritto di impedire la nascita di uno Stato palestinese", né tanto meno quello di "costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania per ostacolarne la creazione". Ma il riconoscimento, ha ammonito, deve poggiare su due condizioni: "il rilascio di tutti gli ostaggi e l'esclusione di Hamas da ruoli di governo". Un messaggio che ribadisce la linea già anticipata nei giorni scorsi, quando – parlando con i giornalisti a margine dell'Assemblea generale – la presidente del Consiglio aveva annunciato l'intenzione della maggioranza di presentare una mozione, condizionata proprio a quegli stessi due punti.
Russia e crisi globali
Non solo il Medio Oriente al centro dell'intervento di Meloni all'Onu; la premier ha rivolto infatti parole dure anche nei confronti della Russia, accusando Mosca di aver "deliberatamente calpestato l'articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite" – quello cioè che sancisce il rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale degli Stati – e di non mostrare alcuna disponibilità a sedersi al tavolo della pace. Una condotta, ha sottolineato, che sta producendo "effetti destabilizzanti" su scala globale, contribuendo ad alimentare tensioni e instabilità ben oltre i confini del conflitto ucraino.
Migrazioni e diritto d'asilo
Nel suo intervento, la premier ha dedicato poi ampio spazio anche alla questione migratoria, sollevando critiche verso l'attuale impianto normativo che regola il diritto d'asilo a livello internazionale. Le regole oggi in vigore, ha sottolineato, sono state concepite in un contesto storico profondamente diverso, "in un'epoca in cui non esistevano le migrazioni di massa e i trafficanti di esseri umani", e risultano quindi inadeguate ad affrontare le sfide contemporanee. Meloni ha puntato poi il dito contro un presunto uso distorto di tali norme, che, ha dichiarato, possono essere facilmente strumentalizzate "dalla magistratura politicizzata", ostacolando le politiche di contenimento dell'immigrazione irregolare. Per questo motivo, ha annunciato l'intenzione dell'Italia, insieme ad altri Paesi europei, di promuovere una riforma del sistema di asilo che, pur senza abbassare le garanzie fondamentali, sia in grado di coniugare "la tutela dei diritti umani" con "la sacrosanta prerogativa di ogni Nazione di proteggere i propri cittadini e i propri confini". Una linea che, secondo la premier, vuole riportare il tema della sicurezza e della sovranità nazionale al centro del dibattito europeo, senza rinunciare ai principi dello Stato di diritto.
Fine dell'ecologismo insostenibile e della globalizzazione fideistica
Nel suo passaggio economico Meloni ha dichiarato poi che "trent'anni di globalizzazione fideistica sono finiti". Un periodo in cui, ha detto, sarebbero stati "sottovalutati i contraccolpi" e che oggi mostrerebbe "conseguenze inattese, che inattese non erano", per famiglie e imprese. Ha quindi attaccato l'ecologismo insostenibile, "i piani verdi che in Europa, e nell'intero Occidente, stanno portando alla deindustrializzazione molto prima che alla decarbonizzazione". Non un rifiuto del cambiamento climatico, ha precisato, ma l'invito a "neutralità tecnologica" e "gradualismo delle riforme in luogo dell’estremismo ideologico", con l‘ambiente da tutelare ma "mantenendo l'uomo al centro". "Ci sono voluti secoli per costruire i nostri sistemi, ma bastano pochi decenni per ritrovarsi nel deserto industriale. Solo che, come ho detto molte volte, nel deserto non c'è nulla di verde", ha detto.
Le citazioni finali: da papa Francesco a san Francesco
Il discorso si è aperto con un richiamo a papa Francesco e si è concluso con una citazione di san Francesco d'Assisi, definito "il più italiano dei santi". Meloni ha fatto riferimento alla necessità di affrontare le difficoltà con determinazione, richiamando l’immagine di sfide riservate a chi dimostra coraggio. Il messaggio, nel complesso, ha insistito sulla tenuta e la coesione in un contesto internazionale segnato da tensioni e conflitti.