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Il decreto Piantedosi ferma la Sea Eye 4 che aveva salvato 114 persone: cosa è successo

Le autorità italiane contestano alla Ong tedesca di non aver chiesto un porto sicuro dopo il primo dei tre salvataggi. “Non eravamo in acque italiane, e Malta non c’ha mai risposto”.
A cura di Antonio Musella
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E' stata sequestrata dalle autorità italiane nel porto di Salerno la nave della Ong tedesca Sea Eye 4 dopo aver salvato al largo delle coste libiche 114 migranti. L'imbarcazione della flotta civile era attraccata al molo Manfredi del porto di Salerno, indicato alla Ong dalle autorità italiane, nella giornata del 22 agosto come porto sicuro in cui attraccare. Dopo le operazioni di sbarco dei migranti, è partita un lunga ispezione della Capitaneria di porto, alla fine della quale la nave è stata sottoposta a fermo in applicazione del Decreto Piantedosi. La Sea Eye 4 durante la sua navigazione ha trovato per tre volte dei naufraghi alla deriva su imbarcazioni di fortuna senza carburante e cibo, caricandoli a bordo, svolgendo quindi tre operazioni di "rescue". I primi salvataggi sono stati effettuati nelle zona SAR libica, ma le autorità italiane contestano alla Sea Eye 4 di non aver allertato l'IMRCC italiano, il centro italiano per i salvataggi in mare, dopo il primo salvataggio.

"Ci contestano di non aver chiesto un porto all'Italia, ma dalle acque libiche"

A bordo della Sea Eye 4 c'erano migranti provenienti da Bangladesh, Palestina, Egitto e Siria, e partiti tutti dalla Libia, tra loro anche un minore non accompagnato, molti di loro avevano avuto problemi di salute a bordo. La nave della Ong tedesca lungo il suo cammino, dopo aver effettuato i primi salvataggi nella zona SAR libica, aveva chiesto alle autorità maltesi un porto sicuro. "Malta non ci ha mai risposto – dice a Fanpage.it Martina Morini responsabile della comunicazione di Sea Eye ora le autorità italiane ci contestano che non abbiamo chiesto un porto sicuro all'Italia dopo il primo soccorso, ma noi eravamo in acque libiche. Poi siamo entrati in acque maltesi e non abbiamo ricevuto risposta, quando siamo entrati in acque italiane abbiamo chiesto all'IMRCC un porto sicuro in Italia e ce lo hanno concesso indicandoci Salerno". Una situazione quindi abbastanza paradossale in cui le autorità italiane contestano alla Sea Eye 4 di non aver chiesto soccorso quando la nave era però in acque libiche. "Il nostro capitano Mate Vulic è ora in capitaneria per un nuovo interrogatorio, stiamo ricostruendo tutte le fasi dei salvataggi, in questo modo potremo spiegare anche tutte le fasi" riferisce Morini.

Blocco della nave e ammenda per la Ong tedesca

Per ora alla Sea Eye 4 è stata comminata una multa di 3.000 euro ed il blocco dell'imbarcazione per 20 giorni. Il team legale, coordinato dall'avvocato Stella Arena, sta studiando il caso e sta mettendo insieme tutti i pezzi delle comunicazioni che ci sono state con tutte le autorità per ricostruire quanto è successo e chiarire anche la dimensione delle accuse. "Si sta costituendo il team legale, l'equipaggio non ha fatto altro che rispettare le convenzioni internazionali – spiega a Fanpage.it l'avvocato Arena- hanno salvato delle vite umane in condizioni di grave pericolo, il tutto ampiamente documentato da foto e video". Intanto la nave non potrà ritornare in mare per effettuare nuovi salvataggi proprio in un momento in cui si registra il picco di arrivi dalle coste libiche e tunisine e perfino le autorità italiane in più occasioni hanno chiesto sostegno alle navi delle Ong per effettuare salvataggi. Meno navi in mare significa minore possibilità di salvare vite umane ovviamente.

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