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Ignazio Marino: “Il proibizionismo ha fallito, legalizziamo le droghe leggere”

Il Sindaco di Roma lancia la sua proposta: “Viviamo in un tempo in cui una riforma delle leggi sulle droghe è necessaria a livello nazionale e internazionale”.
A cura di Redazione
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"Per l’Italia ho un’idea molto chiara di quello che deve essere fatto: la depenalizzazione della marijuana deve essere considerato un punto di partenza perché gli anni di proibizionismo non hanno portato nessun risultato nella prevenzione del drammatico aumento nell’uso di droga". È questo uno dei passaggi più significativi dell'intervento di Ignazio Marino alla conferenza annuale dell’International Society for the Study of Drug Policy che aveva al centro del dibattito proprio i processi di liberalizzazione e depenalizzazione delle sostanze stupefacenti.

Il Sindaco della Capitale ha cioè ribadito la sua contrarietà alle politiche repressive (sostanzialmente perseguite dai governi degli ultimi anni, con la legge Fini – Giovanardi sulla quale è dovuta intervenire la Corte Costituzionale), spiegando di essere "favorevole alla possibilità di liberalizzazione della cannabis per uso medico o personale". Del resto, a considerare i risultati della repressione si capisce subito come "la criminalità organizzata ancora gestisce grandi porzioni del traffico internazionale e ci sono abbastanza ragioni per riaprire il dibattito oggi in Italia" e per il Sindaco Marino è giunto il momento che la politica si occupi di una ridefinizione dell'impianto legislativo, con particolare riferimento alla classificazione delle sostanze (ricordiamo che solo poche settimane fa il Parlamento ha convertito in legge il decreto che contiene la revisione delle tabelle che erano state oggetto delle contestazioni della Corte Costituzionale).

Del resto, sulla necessità di riaprire il dibattito sembra esserci un fronte consistente e trasversale agli schieramenti politici, anche in considerazione degli esempi che arrivano da oltreoceano. Come scriveva Manconi: "In America, sono già ventuno gli Stati dell’Unione che consentono l’uso terapeutico dei derivati della cannabis; e anche in Italia qualche passo positivo è stato fatto. Neanche un anno fa l’allora ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha inserito i “medicinali di origine vegetale a base di cannabis (sostanze e preparazioni vegetali, inclusi estratti e tinture)”.

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