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I fuori sede voteranno alle Europee, terzo mandato per sindaci di piccoli Comuni: dl Elezioni è legge

La Camera ha approvato la conversione in legge del decreto Elezioni, che fissa le date per le europee dell’8-9 giugno e introduce anche alcune novità: la possibilità per gli studenti fuori sede di partecipare al voto, e il limite di tre mandati per i sindaci nei Comuni sotto i 15mila abitanti.
A cura di Luca Pons
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Le elezioni europee si svolgeranno l'8 e il 9 giugno 2024, e per la prima volta potranno votare anche gli studenti fuori sede, anche se solo quelli che rispettano certi requisiti. La novità è ufficiale ora che la Camera ha approvato la conversione in legge del decreto Elezioni, con 143 voti favorevoli, 87 contrari e 11 astenuti. Il Senato aveva già dato il via libera. Nel testo c'è anche l'estensione del numero di mandato per i sindaci dei Comuni sotto i 15mila abitanti, mentre la Lega non è riuscita a inserire il terzo mandato anche per i presidenti di Regione.

Come funzionerà il voto per gli studenti fuori sede alle Europee

Per quanto riguarda il voto ai fuori sede, questo riguarderà solo gli studenti che non vivono più nel proprio Comune da almeno tre mesi. Non si applicherà invece chi vive in un luogo diverso da quelli di residenza per altri motivi, come il lavoro o motivi sanitari. Sarà quindi una sperimentazione su scala ridotta, come coinvolgerà circa 400mila studenti. Per questo i partiti di opposizione hanno votato contro, dato che chiedevano che la misura fosse allargata anche ad altre categorie.

Concretamente, chi studia fuori sede e vuole votare alle europee dovrà inviare una richiesta al proprio Comune di residenza almeno 35 giorni prima della data delle elezioni, quindi entro sabato 4 maggio. Si presume che nelle prossime settimane arriveranno indicazioni più chiare su come formulare questa richiesta. Da quando arriva la domanda, il Comune avrà 15 giorni per approvarla. A quel punto il Comune di domicilio dovrà consegnare allo studente un'autorizzazione entro cinque giorni prima del voto. Questa dovrà poi essere presentata al seggio, per poter votare.

Chi abita in un luogo diverso da quello di residenza, ma nella stessa circoscrizione, potrà votare nello stesso Comune in cui abita. Chi invece vive in una circoscrizione diversa da quella in cui ha la residenza, invece, dovrà andare in una sezione apposita, la cui posizione sarà comunicata in anticipo. Ce ne sarà una ogni 800 elettori fuori sede. Uno dei motivi per cui la misura sarà sperimentata alle europee è che ci sono solo cinque circoscrizioni – Nord Est, Nord Ovest, Centro, Sud, Isole – e questo rende più semplici le procedure burocratiche.

Terzo mandato per i sindaci, niente da fare per le proposte della Lega

Con la conversione in legge del dl Elezioni cambiano anche le regole per quanto riguarda i sindaci dei piccoli Comuni: fino a 15mila abitanti, il primo cittadino potrà svolgere tre mandati invece di due, mentre sotto i 5mila abitanti non ci sarà più alcun limite di mandato. In più, se si presenta una sola lista alle elezioni comunali basterà che vada a votare il 40% degli aventi diritto e che la lista ottenga il 50% dei voti per considerare valida l'elezione.

Non c'è stato spazio, invece, per due tentativi della Lega. Il primo è stato quello di cancellare il ballottaggio per tutte le elezioni comunali se un candidato prende almeno il 40% dei voti. L'emendamento era stato presentato al Senato, ma è poi stato ritirato su richiesta del relatore di Fratelli d'Italia. Il secondo tentativo invece è andato fino alle votazioni, ed è poi stato bocciato dal Senato (con il voto contrario anche di FdI e Forza Italia): si trattava del terzo mandato per i presidenti di Regione. Per il Carroccio di Salvini è diventato un punto fisso, ma per il momento sia l'opposizione che il resto della maggioranza non sono favorevoli.

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