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Green pass obbligatorio sul lavoro dal 15 ottobre, perché ora si parla di “rischio caos”

Il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, e il collega – sempre della Lega – Luca Zaia lanciano l’allarme sul “rischio caos” a partire dal 15 ottobre, quando entrerà in vigore il green pass obbligatorio sul lavoro. Salvini chiede che i tamponi vengano estesi a 72 ore (i rapidi, la durata dei molecolari è già stata allungata), mentre Bernini rilancia e propone l’obbligo vaccinale per risolvere la questione.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Dopo settimane di sostanziale silenzio sul fronte green pass – complici le elezioni amministrative e non solo – si torna improvvisamente a parlare dell'entrata in vigore dell'obbligo sul posto di lavoro. Se ne torna a parlare, non a caso, soprattutto dal fronte di centrodestra, che ora teme un impatto negativo per le aziende. L'obbligo scatterà dal 15 ottobre e si parla di possibile "rischio caos". Precisamente ne parlano due presidenti di Regione: Massimiliano Fedriga, che è anche alla guida della Conferenza, e Luca Zaia, intervistati oggi – anche qui, non a caso – uno dalla Stampa, l'altro da Repubblica. Poi arriva il rilancio, in giornata, di Matteo Salvini, che torna a chiedere di allungare la durata dei tamponi a 72 ore (al momento solo quella dei molecolari è stata ampliata, il green pass ottenuto con i rapidi dura ancora 48).

Per evitare che dal 15 ottobre, con l'obbligo di green pass, si crei il caos nei luoghi di lavoro, "il governo deve intervenire tempestivamente, per consentire alle imprese di organizzarsi", spiega Fedriga alla Stampa. Bisogna anche considerare con attenzione la richiesta di allungare la durata dei tamponi (come chiesto da Salvini): "Se poi il governo ha altre soluzioni siamo pronti a confrontarci". Gli fa eco Zaia intervistato da Repubblica: "Non saremo in grado di offrire a tutti i non vaccinati un tampone ogni 48 ore – annuncia – Gli imprenditori con cui parlo io sono preoccupatissimi". Bisogna "fare in modo che le scelte del governo siano applicabili nella vita reale". E rilancia l'idea dei test fai da te direttamente in azienda.

Nel pomeriggio interviene anche la capogruppo al Senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini, che mette sul piatto un'altra proposta ancora, che vede il suo partito in prima linea da mesi ormai: l'obbligo vaccinale per tutti. "Va valutata davvero molto seriamente da parte del governo l'opportunità di introdurre l'obbligo vaccinale, perché non si può rischiare di compromettere da una parte la salute pubblica e dall'altra la ripresa economica – scrive la senatrice in una nota – Lo abbiamo sempre considerato una misura estrema, che ora va presa in seria considerazione". Poi aggiunge: "Il green pass si è dimostrato il passepartout per uscire dalla pandemia" ma "purtroppo sono milioni nella fascia di età lavorativa" i non vaccinati e "ora rischia di creare il caos nelle aziende per il numero abnorme di tamponi necessari". Se ne discuterà sicuramente nei prossimi giorni, con le Regioni che sono pronte a comunicare ufficialmente l'allarme lanciato al governo: la prossima settimana ci sarà l'incontro con la ministra Gelmini che servirà a chiarire le posizioni e a trovare una soluzione.

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