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Green pass obbligatorio anche per andare al cinema o al teatro: cosa ne pensano gli scienziati

Cosa ne pensano gli scienziati dell’estensione dell’obbligo del green pass anche ad altri luoghi pubblici? Secondo Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e ordinario di Igiene e Sanità Pubblica all’Università Cattolica di Roma, è necessario introdurre “il Green pass per tutte quelle situazioni in cui c’è aggregazione”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Un tagliando per il green pass sembra più che mai urgente, con la crescente diffusione della variante Delta, stando anche alle richieste di alcuni scienziati, favorevoli all'introduzione della certificazione verde anche per partecipare a spettacoli teatrali e ad altri eventi in cui più alto è il rischio di assembramento.

Secondo Roberto Battiston, professore di fisica sperimentale a Trento, il green pass è uno "strumento necessario per frenare la crescita dei nuovi contagi. Ma occorre utilizzarlo subito, prima che sia troppo tardi", dice in un'intervista al ‘Corriere della sera',"Ci troviamo ancora in una situazione gestibile, quindi non bisogna tergiversare. Per tutto luglio ci manterremo sotto i 10mila casi al giorno. Se non cambia qualcosa ad agosto saranno il doppio", aggiunge.
Battiston sostiene "che non arriveremo a questi livelli perché l'attività di vaccinazione attenuerà l'ondata e la stagione estiva gioca la sua parte sfavorendo la diffusione del virus all'aperto. Però i numeri sono espliciti". Fino a due giorni fa "il totale dei guariti era superiore a quello dei nuovi infetti. Ora c'è una chiara inversione".
Il green pass per entrare nei luoghi pubblici potrebbe essere "uno strumento efficace e ragionevole che convincerebbe tante persone esitanti o che hanno paura a immunizzarsi col rischio di non poter più muoversi di casa. Ci sono maniere più forti, come l'obbligo. Il Pass è il più adatto perché è a tutela dell'individuo. Il messaggio è: noi ti vogliamo proteggere dal rischio di contagio e, in un certo senso, se rifiuti la doppia dose ti isoliamo dalla società, ti racchiudiamo in una sorta di micro zona rossa nel tuo esclusivo interesse".

A Fanpage.it è intervenuto sul tema anche Francesco Vaia, direttore sanitario dell'Istituto nazionale di Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma: "Dobbiamo invitare i giovani a vaccinarsi e a farlo prima che partano. Non ha senso rendere disponibile il green pass con una sola dose, perché abbiamo visto che il vaccino con la seconda è molto più efficace. Il green pass con la doppia vaccinazione serve a livello europeo per consentire la libera circolazione in sicurezza delle persone già immunizzate. Dobbiamo essere molto severi, con una direttiva uniforme in tutta Europa. Non deve essere considerato dal cittadino uno strumento burocratico, ma una possibilità, un premio per dirsi ‘se sono vaccinato mi posso concedere cose in più ed essere più tranquillo per la sicurezza mia e degli altri', non perché me lo impone qualcuno, ma perché è dimostrato che il completamento dell'iter vaccinale è fondamentale per proteggerci dal virus, dobbiamo come dire, volerci bene, anche se non esiste il rischio zero". 

"Non bisogna più fare passi indietro, ma ripartire con tutte le precauzioni e con senso di responsabilità. Possiamo fare tutto, concerti, partite, ma dipende dalla gestione e dagli accessi, con green pass o tampone negativo", aggiunge.

Per Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e ordinario di Igiene e Sanità Pubblica all'Università Cattolica di Roma, è necessario introdurre "il Green pass per tutte quelle situazioni in cui c'è aggregazione". Mentre sull'eventualità di rivedere alcuni parametri che prevedono il passaggio di colore anche solo in base al numero dei contagiati, pur senza aumento di ospedalizzazioni "a me sembra un falso problema – spiega Ricciardi – quello che dobbiamo fare è vaccinare più persone possibile e continuare con il Green pass che limita la possibilità di circolazione dei soggetti contagiati. Se facciamo così il problema non si pone perché teniamo sotto controllo sia la circolazione del virus che la protezione delle persone più vulnerabili".

Sull'utilizzo del green pass, "noi siamo ancora nella discussione di fare o non fare come i francesi. Io credo molto nel libero arbitrio sulla vaccinazione, però noi siamo fisicamente qui per poter dare la giusta informazione dicendo alle persone: se ti vaccini hai questo vantaggio, se non ti vaccini questo vantaggio non ce l'hai", afferma Massimo Ciccozzi, direttore dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia del Campus Bio-medico di Roma, intervenuto ai microfoni della trasmissione ‘L'Italia s'è desta' su Radio Cusano Campus. "Dobbiamo spiegare nel miglior modo possibile quali sono i pro della vaccinazione: non si va più in terapia intensiva, il virus circola meno e quindi non muta in maniera più aggressiva".

Secondo il professore Alfonso Celotto, docente di Diritto Costituzionale all'Università Roma Tre, l'estensione del green pass non sarebbe una norma anticostituzionale: "L'adozione dell'obbligo del certificato vaccinale per aver accessi nei luoghi pubblici non viola alcun principio costituzionale. Anzi è perfettamente in coerenza con quanto la Carta afferma". Per il professore "la linea del rigore a Parigi ha riaperto la corsa alle prenotazioni dei vaccini e ora anche altri Paesi europei la seguiranno".

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