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Governo pronto a dichiarare stato di crisi per la siccità, il ministro Patuanelli: “È inevitabile”

“Credo sia inevitabile dichiarare uno stato di crisi rispetto alla siccità. Abbiamo intere aree del paese ed europee che non vedono pioggia da mesi”: lo ha detto il ministro delle politiche agricole, Stefano Patuanelli.
A cura di Annalisa Girardi
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È allarme in tutta Italia per la siccità. Continua a non piovere e il fiume Po non era così secco da decenni ormai, il livello dell'acqua è ai livelli più bassi degli ultimi 70 anni. Per l'agricoltura italiana si prospetta una fase di crisi. Tanto che il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli ha affermato che lo stato di crisi sia inevitabile: "Credo sia inevitabile dichiarare uno stato di crisi rispetto alla siccità. Abbiamo intere aree del paese ed europee che non vedono pioggia da mesi". Anche la Coldiretti parla di situazione "drammatica". Nel Nord Italia l'acqua per l'agricoltura non arriva più dalle piogge, ma dalle autobotti: ma le scorte si esauriscono e sono quindi state messe sotto razionamento.

Già si contano i danni. Secondo le prime stime arriverebbero fino a due miliardi di euro. La situazione preoccupa specialmente in alcune regioni, in primis il Piemonte. Il governatore Alberto Cirio ha chiesto lo stato di calamità, Matteo Marnati, l'assessore all'ambiente, dice che ci sono ancora solo 15 giorni di tempo per salvare i raccolti: "I prossimi 15 giorni saranno quelli cruciali per salvare le colture e per questo è stata richiesta la disponibilità a rilasciare la massima acqua possibile, al netto delle esigenze del settore idroelettrico altrettanto strategico", ha detto.

La associazioni di categoria avvertono delle "gravissime difficoltà" a cui vanno incontro alcune coltivazioni: per quella del grano si parla di un 15% in meno della resa, ma anche per girasole, mais e altri cereali non mancano i problemi. I pascoli sono secchi e anche alimentare gli allevamenti diventa complicato in situazioni di questo tipo. Gli animali nelle fattorie, poi, soffrono il caldo, quindi mangiano e bevono molto meno: le mucche ad esempio stanno producendo fino al 10% di latte in mano, lancia l'allarme la Coldiretti Lombardia. "Per questo nelle stalle sono già scattate le misure anti afa, con gli abbeveratoi che lavorano a pieno ritmo perché ogni singolo animale è arrivato a bere con le alte temperature di questi giorni fino a 140 litri di acqua al giorno contro i 70 dei periodi meno caldi. Nelle stalle, inoltre, sono in funzione anche ventilatori e doccette refrigeranti per sopportare meglio la calura e i pasti vengono rimodulati per aiutare le mucche a nutrirsi al meglio senza appesantirsi. Al calo delle produzioni di latte si aggiungono dunque i maggiori consumi di energia e acqua che in questo momento sono costosi e carenti", continua la Coldiretti.

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