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Governo, Poletti: “Andare avanti con le riforme, non esiste Piano B”

“Continuare a fare le riforme, tante e più velocemente possibile. Se questo paese non fa le riforme, da questa situazione non si tira fuori né oggi né domani”, sono le parole del Ministro del Lavoro in un’intervista a La Stampa.
A cura di Biagio Chiariello
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"Cosa bisogna fare? Continuare a fare le riforme, tante e più velocemente possibile. Se questo Paese non fa le riforme, da questa situazione non si tira fuori né oggi né domani". Così Giuliano Poletti, ministro del Lavoro, intervistato da ‘la Stampa‘. "Sulla spesa, bisogna andare avanti con determinazione. Ma siamo chiari: non credo esista un ‘piano B' o un ‘piano C'. Abbiamo scelto un impianto politico, non possiamo cambiarlo radicalmente" aggiunge Poletti, che poi parla anche di pensioni e del nodo esodati: “Abbiamo riutilizzato risorse già destinate a questo campo che erano diventate disponibili. Nel pubblico impiego, comunque, un ringiovanimento del personale con una sostituzione limitata produce oneri modesti, ma favorisce un ricambio che è giusto e necessario”.

Lavoro e articolo 18

Sulla questione lavoro ed articolo 18, il ministro spiega: “La delega (sul lavoro ndr) non può essere ridotta alla questione dell’art.18, visto che interviene su tutte le materie, dagli ammortizzatori sociali in giù. L’art.18 è stato modificato due anni fa: prima di tutto bisogna capire come è stato applicato nella sua ultima versione, e poi si deciderà. Sui contratti, comunque, nella delega si parla di una semplificazione delle tipologie contrattuali. E della sperimentazione di un contratto d’inserimento a tutele progressive. Continuo a pensare che un contratto a tempo indeterminato debba costare di meno di uno a termine”.

Poletti su Cassa Integrazione

Tema cassa integrazione, con sindacati e Regioni che parlano di circa 150mila persone ‘a secco’. Chiarisce Poletti: “Abbiamo deliberato e spostato 400 più 400, cioè 800 milioni di euro che erano stanziati sul 2014 per pagare i residui di cassa del 2013. Naturalmente se una parte di queste risorse non sarà impegnata nel 2013, potrà esserlo nel 2014. Essendo rimasti a copertura della Cig in deroga solo 600 milioni di copertura. Contemporaneamente ci siamo impegnati a trovare nuove fonti di copertura. Cosa che è avvenuta di concerto con il ministero dell’Economia”.

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