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Crisi di Governo 2022

Governo Draghi, i numeri al Senato: in Parlamento decisivi Lega o M5s

Una volta terminate le consultazioni, il presidente incaricato, Mario Draghi, avrà presente il quadro parlamentare e i numeri a suo sostegno alla Camera e al Senato. Intanto, però, è possibile solo cercare di capire cosa potrebbe accadere sulla base delle decisioni dei gruppi più numerosi (Lega e Movimento 5 Stelle), tracciando diversi scenari e cercando di valutare come si possa formare una nuova maggioranza.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le consultazioni del presidente incaricato, Mario Draghi, sono appena iniziate. E prima di sciogliere la riserva, l’ex governatore della Bce andrà avanti nei suoi incontri fino a sabato mattina. Giornata in cui scoprirà la posizione di Lega e Movimento 5 Stelle: non solo i due gruppi parlamentari più folti, ma anche quelli più indecisi e da cui potrebbe dipendere la nascita o meno del governo Draghi. Per capire se ci sarà il sostegno sufficiente in Parlamento proviamo a fare due conti sia sui numeri della Camera che, soprattutto, su quelli del Senato.

I numeri certi per Draghi alla Camera e al Senato

Partiamo da un presupposto: il supporto di Pd, Forza Italia, Italia Viva e Leu più alcuni gruppi minori come Autonomie ed Europeisti. Allo stesso tempo diamo per scontato il non appoggio (contrarierà o astensione) da parte di Fratelli d’Italia. Alla Camera Draghi avrebbe sicuramente: 93 voti dal Pd, 91 da Fi, 28 da Iv, 4 da Azione, 15 da Centro Democratico, 4 dal Maie, 4 dalle minoranze, 12 da Nci più quelli di Leu (da capire quanti, considerando le possibili divisioni), per un totale che oscilla tra 250 e 260. La maggioranza assoluta è a quota 316. Al Senato i voti sicuri sono invece 139 (maggioranza a 161): 52 di Fi, 35 del Pd, 18 di Iv, 10 degli Europeisti, 7 delle Autonomie, 17 dal Misto più i senatori a vita Cattaneo, Segre e Monti che fanno salire la cifra sopra quota 140. Decisivi diventano, quindi, Movimento 5 Stelle e Lega.

Tutti gli scenari possibili: cosa faranno Lega e M5s

Una simulazione effettuata da YouTrend aiuta a capire cosa può succedere sulla base delle decisioni di Lega e M5s, considerando tre possibili scenari che partono soprattutto dalla posizione della Lega. Se i parlamentari del Carroccio votassero a favore del governo Draghi la maggioranza si otterrebbe facilmente, anche senza il M5s: avremmo almeno 199 voti (ne bastano 161) a favore al Senato e 400 alla Camera (ne bastano 316). Con l’eventuale sì del M5s arriveremmo, al Senato, a quota 291. Nel secondo scenario, invece, la Lega vota contro Draghi. A quel punto sarebbe necessario il sì del Movimento: con i pentastellati arriveremmo a 228 voti al Senato e anche in caso di defezioni saremmo intorno a quota 200, ben oltre la maggioranza assoluta. Se il M5s fosse invece contrario, allora saremmo intorno ai 150 (con qualche pentastellato che vota contrariamente al gruppo), ancora troppo poco.

In sostanza se Lega e M5s votassero contro, Draghi non avrebbe la maggioranza assoluta e dovrebbe contare sull’astensione. Quella della Lega, per esempio. E qui siamo al terzo scenario. In questo caso, con l’astensione del Carroccio, al Senato basterebbero 127 voti a Draghi e 249 alla Camera. Quindi anche se il Movimento fosse contro non ci sarebbero problemi, perché per Draghi ci sarebbero 138 sì al Senato e 269 alla Camera. Se, invece, il Movimento votasse a favore, l’asticella della maggioranza si alzerebbe, così come i voti, arrivando sopra i 200 al Senato. Con l’astensione della Lega e il no dei 5 Stelle, quindi, Draghi sarebbe salvo. Ma non è detto che accetti l’incarico accontentandosi di un governo senza maggioranza assoluta in Parlamento. E la partita, in quel caso, potrebbe anche tornare nelle mani del capo dello Stato.

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