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Gli Stati Uniti evitano il default, la Camera approva l’accordo bipartisan: ora tocca al Senato

La Camera del Congresso degli Stati Uniti ha approvato l’aumento al tetto del debito, con una maggioranza composta da esponenti sia democratici che repubblicani. La proposta ora deve passare al Senato, che ha pochi giorni di tempo: si teme l’ostruzionismo dei conservatori radicali.
A cura di Luca Pons
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Jo Biden
Jo Biden

Non è stato un voto all'unanimità, ma è arrivata la maggioranza e questo basta. Gli Stati Uniti si sono avvicinati al superamento della crisi politica che, tra pochi giorni, si sarebbe trasformata in una crisi economica: la Camera del Congresso ha approvato la proposta bipartisan per alzare il tetto del debito, con 334 sì e 117 no. C'è stata opposizione da entrambe le parti, con 71 repubblicani e 46 democratici che hanno votato no.

La palla ora passa al Senato, che ha tempo fino al 5 giugno per rendere definitivo l'accordo. Quello della Camera è il primo passo che allontana il rischio di default: una situazione che non si è mai verificata nella storia degli Stati Uniti e che avrebbe messo in seria difficoltà non solo il Paese guidato da Joe Biden, ma anche larga parte dell'economia mondiale, inclusa quella italiana.

Perché il voto della Camera evita il default

La decisione bipartisan della Camera permette di alzare il tetto del debito. Ovvero, il governo degli Usa è di nuovo autorizzato a prendere in prestito del denaro per svolgere le sue funzioni e per pagare i debiti che ha accumulato. Il tetto precedente, fissato a 31.400 miliardi di dollari, era stato raggiunto da mesi e fin dall'inizio dell'anno l'amministrazione Biden stava utilizzando misure contabili "straordinarie" per non sforare.

Il fatto che il tetto venga raggiunto è normale, dato che il governo Usa spende più di quanto incassa, e ogni volta il Parlamento deve autorizzare un rialzo della soglia – oppure sospenderla temporaneamente. In questo caso, però, ci sono volute settimane per trovare un accordo tra i partiti. Da una parte, i repubblicani chiedevano forti tagli alla spesa pubblica: un cavallo di battaglia del partito, soprattutto quando alla presidenza c'è un democratico, dato che l'amministrazione di Donald Trump ha aumentato il debito pubblico di 7.800 miliardi di dollari in quattro anni. Dall'altra, i democratici proponevano delle misure fiscali che non soddisfavano gli avversari.

Con la soluzione raggiunta, e approvata dalla Camera, il problema viene rimandato: il tetto sarà sospeso temporaneamente fino a gennaio 2025, in modo da non essere un problema fino alle prossime elezioni presidenziali, a novembre 2024. Sarà poi il prossimo governo a dover gestire nuovamente la questione. Nel frattempo, i repubblicani hanno imposto dei tagli alla spesa pubblica: 136 miliardi di dollari fino a fine 2024, presi anche da risorse anti-Covid, da fondi per la lotta all'evasione fiscale e da assegni anti-povertà alle famiglie. I tagli potrebbero crescere fino a 1.500 miliardi di dollari in dieci anni, secondo le stime, se la spesa si manterrà su un ritmo limitato.

Atteso il via libera definitivo del Senato, ma la destra radicale si oppone

Dopo l'ok della Camera, toccherà al Senato completare l'approvazione della legge. Ci sono state esitazioni anche alla Camera, quando gli ultra-conservatori della destra hanno cercato di opporsi e di convincere l'ala più moderata del partito repubblicano. Gli esponenti della stessa destra radicale, ora, potranno mettere in atto al Senato un lavoro di ostruzionismo per far ritardare i lavori.

La data da tenere d'occhio è quella di lunedì 5 giugno: quello è il giorno in cui, secondo le previsioni della segretaria del Tesoro Usa, il governo centrale si troverebbe senza le risorse necessarie per pagare i propri debiti, o di erogare le pensioni e le misure di welfare. Insomma, arriverebbe il default. Arrivati a questo punto, però, sembra difficile che la proposta verrà bloccata.

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