Gli avvocati: “Semestre filtro di Bernini è un pasticcio, incostituzionale aprire graduatorie Medicina a tutti”

Studenti trattati come cavie. È quello che sta succedendo agli aspiranti medici che quest'anno stanno sperimentando sulla loro pelle la riforma dell'Università per l'accesso alla facoltà di Medicina, che ha eliminato il test d'ingresso, con l'introduzione di un semestre ‘filtro': in pratica dopo alcuni mesi di studio bisogna sostenere delle prove. Per andare avanti bisogna aver superato tutti e tre gli esami richiesti Chimica, Biologia e Fisica, ma l'impresa è risultata particolarmente difficile: per la prima volta il numero di studenti ammessi a Medicina potrebbe essere inferiore ai posti disponibili. Il rischio è che l'80% degli aspiranti camici bianchi possa essere tagliato fuori.
Per evitare questo scenario, il ministero dell'Università sta lavorando a una soluzione tampone. Ma cosa è successo? In pratica il secondo appello del semestre filtro, che si è tenuto il 10 dicembre 2025, ha confermato tutte le criticità che erano emerse dopo la prima tornata di prove dello scorso 20 novembre. All’uscita dalle aule, gli studenti hanno detto che i quesiti proposti erano "eccessivamente tecnici". Le problematiche maggiori sono state riscontrate per la sezione di Fisica, considerata da molti estremamente complicata. Per questo il Mur sta valutando una via d'uscita: ammettere tutti in graduatoria e recuperare i debiti formativi.
"Saranno riempiti tutti i posti della graduatoria di Medicina: 24mila posti saranno coperti sulla base delle valutazioni di merito perché le domande sono serie", ha assicurato ieri la ministra dell'Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, a margine del suo intervento dal palco ad Atreju. "Quella di oggi non è una sanatoria, è la naturale evoluzione di una riforma che deve aspettare di arrivare a tutte le fasi di attuazione – ha spiegato – nel momento in cui noi avremo tutti i voti prima di Natale di tutti gli studenti che hanno partecipato al primo e al secondo appello, faremo la graduatoria e sulla base della graduatoria vedremo chi entra subito, chi entro il 28 febbraio sconterà i suoi debiti d'esame e chi potrà scivolare sulle materie affini che sono già state indicate perché hanno potuto gratuitamente già iscriversi a delle materie affini". Per la ministra insomma 24.026 studenti saranno in graduatoria a Medicina, mentre gli altri potranno spostarsi sulle "materie affini".
Perché la soluzione di Bernini per i test di Medicina è illegittima
Abbiamo contattato i legali Francesco Leone e Simona Fell, che stanno preparando i ricorsi per le tante irregolarità che sono emerse fino ad ora, per l'assenza di controlli adeguati alle prove e per le domande errate. Secondo i due avvocati l'ipotesi del ministero dell'Università di ammettere a Medicina anche gli studenti giudicati insufficienti ai test sarebbe "illegittima e incostituzionale", perché non sarebbe possibile modificare i criteri di ammissione in corsa, una volta concluse le prove e acquisiti i risultati. Secondo il parere degli esperti, se l'Ufficio legislativo del ministero emanasse un provvedimento simile, questo verrebbe annullato dalla Corte Costituzionale.
Per gli avvocati questa proposta non è percorribile dal punto di vista giudico: "Sia la legge delega che il decreto legislativo prevedono che gli studenti possano iscriversi al secondo semestre solo a condizione che abbiano maturato tutti i crediti delle tre materie" Chimica, Biologia e Fisica "questa norma non è modificabile con un decreto ministeriale, che è di rango inferiore nella gerarchia delle fonti".
"Per farlo ci vorrebbe una nuova legge", spiegano i legali a Fanpage.it "per modificare la legge precedente, ed eventualmente permettere l'inclusione in graduatoria anche a coloro i quali hanno avuto delle insufficienze. La legge che ha istituito il semestre filtro stabilisce che per iscriversi al secondo semestre del corso di Medicina bisogna non solo superare le tre materie, ma l'esame deve anche essere uguale per tutti gli atenei. La soluzione prospettata dalla ministra prevede che siano i singoli atenei a organizzare i corsi di recupero dei debiti formativi per poi sostenere gli esami. Ma non c'è copertura legislativa per fare una cosa del genere. L'esame per i crediti è unico e deve svolgersi in contemporanea in tutta Italia. Questo semestre filtro viene presentato come semestre universitario, ma nei fatti è una selezione pubblica, un concorso pubblico. E infatti i ragazzi non hanno la matricola della facoltà di Medicina, ma risultano formalmente iscritti al semestre filtro. È una sorta di corso-concorso, non un corso universitario. In quanto selezione pubblica ha delle regole, che vanno rispettate, come la par condicio dei candidati, la trasparenza delle prove". Ma nulla di tutto questo come sappiamo è avvenuto.
Dopo la prima prova, il 20 novembre, era previsto un secondo appello il 10 dicembre. Un candidato che al primo appello avesse voluto rinunciare al punteggio ottenuto, per provare a migliorarlo all'appello successivo, avrebbe dovuto farlo al buio. Ma nessuno dei partecipanti chiaramente il 20 novembre poteva immaginare che con un'insufficienza in una delle tre prove avrebbe potuto entrare in graduatoria, visto che questa regola allora non era contemplata. Se la ministra ora cambiasse le regole a prove chiuse, decine di migliaia di persone potrebbero essere penalizzate: "Ci sono persone che magari hanno rinunciato ai propri voti al primo appello, peggiorando poi la propria perfomance all'appello di dicembre. Quello che propone la ministra semplicemente non si può fare, sarebbe un errore da matita blu", osservano i legali. Il principio vale sempre: nei concorsi pubblici le regole del gioco devono essere chiare fin dall'inizio e devono essere immodificabili. Quindi, se anche il governo varasse una legge per aprire le graduatorie, il rischio molto concreto è che questa finirebbe in Corte Costituzionale. E un'ulteriore mole di ricorsi si aggiungerebbe a quelli che in questi giorni lo studio legale sta già preparando, a seguito delle tante criticità e illegittimità emerse. Sono stati proprio gli avvocati Leone e Fell a pubblicare gli screenshot delle chat degli studenti che nel pieno della prova chiedevano aiuto per i quiz di Chimica.
Ma non è tutto: la ministra ha anche ammesso che ci sono stati due errori nella prova di Fisica del secondo appello del semestre filtro. La soluzione? Per una delle domande sbagliate dovrebbe essere attribuito un punto a tutti gli studenti. "Anche questo sarebbe un errore", spiegano gli avvocati Fell e Leone, "Perché se le domande sbagliate sono due, allora si devono dare due punti, non è possibile attribuirne uno solo. Tra l'altro se assegnassero due punti in più molti dei problemi sarebbero risolti, perché soprattutto in Fisica, la materia più difficile, arriverebbe alla sufficienza un numero maggiore di persone".
Gli avvocati: "Il Tar potrebbe annullare tutto, si rischia una bomba sociale"
Se la ministra perseguisse la strada annunciata, secondo gli avvocati, il Tar potrebbe far saltare tutto, annullando il concorso e facendo perdere agli studenti un intero anno accademico. Oppure si potrebbe optare per un'altra soluzione, e cioè far entrare in graduatoria i ricorrenti in sovrannumero. "Se la ministra dovesse continuare con la linea annunciata ieri sarebbe un pasticcio, ma rafforzerebbe ancora di più la nostra posizione dal punto di vista giuridico", dicono gli avvocati a Fanpage.it.
Intanto alcuni studenti, preoccupati per la situazione di incertezza e per le tante segnalazioni di gravi irregolarità ai test, – durante i quali, sia al primo che al secondo appello, sarebbe stato utilizzato anche lo smartphone da alcuni candidati – hanno avuto uno scontro verbale con la ministra dell'Università Bernini, ospite della festa di Fdi Atreju.
"C'è un'esasperazione enorme, e quello che è successo ad Atreju testimonia lo stato d'agitazione che c'è tra gli studenti ma anche nel ministero. Perché il governo Meloni sta scherzando con una bomba sociale – dicono i due avvocati – I ragazzi e le famiglie hanno fatto sacrifici, hanno passato due mesi a seguire lezioni inutili. Loro sono le prime vittime, ma il danno è molto più esteso, perché far saltare un anno accademico significa bloccare integralmente l'università. E la facoltà di Medicina è strettamente legata al fabbisogno medico: bruciare un anno di formazione vuol dire che fra sei anni avremo meno medici, con tutto quello che comporta per la sanità, già carente. Con questa vicenda del semestre filtro stanno maneggiando plutonio".