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Giorgia Meloni querela Canfora per averle dato della neonazista

Giorgia Meloni ha annunciato che querelerà Luciano Canfora per averla definita “neonazista nell’animo”, ma il filologo dice di non essere turbato e si difende.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Giorgia Meloni querelerà Luciano Canfora, ma il filologo ha già detto di non esserne preoccupato. Nei giorni scorsi lo storico ha definito la leader di Fratelli d'Italia "neonazista nell'animo" durante un intervento davanti agli studenti a Bari e l'ha accusata di essersi schierata per questo dalla parte dei "neonazisti ucraini". Inutile dire che è scoppiata una polemica durissima con Canfora sul banco degli imputati e pioggia di solidarietà alla deputata romana: "Parole inaccettabili, ancora una volta pronunciate da una persona che si dovrebbe occupare di cultura e formazione e che invece finisce a fare becera propaganda a dei giovani studenti – ha sottolineato Meloni – La querela non gliela toglie nessuno".

Poi Meloni ha ribadito, ancora sui suoi social: "A voi sembra normale che nelle scuole si dia spazio ad un tale odio politico? Io lo trovo a dir poco inaccettabile e chiaramente ho già dato mandato per agire legalmente contro le ignobili parole nei miei confronti". Insomma, è praticamente certo che questa storia finisca in tribunale, anche se – come dicevamo – Canfora non sembra affatto preoccupato.

Oggi il filologo ha spiegato a Repubblica che, quando ha dato quella definizione di Meloni, pensava "alla sua campagna, forte, per l’intervento di navi militari contro i barconi dei migranti". Poi ha citato il Papa, che parlo di nazismo rispetto alla "violenza razzistica contro i migranti". Quindi "possiamo querelare anche il Papa – ha contrattaccato – che è stato molto più duro di me, parlando di nazismo. Io di neonazismo, che è diverso".

Nel frattempo dal partito di Meloni chiedono che venga fatta chiarezza anche da parte del ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, visto che il luogo dove la frase è stata pronunciata da Canfora è un liceo di Bari. Non è da escludere che vengano presentate anche interrogazioni parlamentari in merito. Insomma, in ogni caso la vicenda non finisce qui. Il filologo però è tranquillo: "Non sono turbato, una persona che riflette e poi parla perché dovrebbe?".

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