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Giallo sulle indagini a carico di Santanchè, la ministra nega tutto: cosa è successo

La Procura di Milano ha presentato istanza di fallimento per la società Visibilia editore, fondata da Daniela Santanchè. La ministra ha dismesso le quote dalla società, ma, a quanto si apprende, risulterebbe comunque indagata. Santanchè però nega tutto.
A cura di Annalisa Cangemi
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La ministra del Turismo Daniela Santanchè, secondo fonti investigative, risulterebbe iscritta sul registro degli indagati dalla procura di Milano per falso in bilancio nelle comunicazioni sociali nell'inchiesta che riguarda il fallimento della Visibilia editore, società di cui è stata la fondatrice e di cui ha però venduto da tempo tutte le quote. Ma la diretta interessata smentisce tutto.

"È falso che io sia indagata. Querelerò tutti coloro che vicino a Visibilia scrivono Santanchè, visto che io ho venduto tutte le quote. E peraltro nel caso di specie non solo non è indagata la Santanchè ma non c'è nessun indagato, perché il fascicolo è aperto a ‘modello 45', quindi senza indagati", ha spiegato all'Adnkronos il ministro del Turismo. La ministra di Fratelli d'Italia si chiama fuori e fa intervenire il suo avvocato, Salvatore Sanzo: "In merito a notizie di stampa relative alla società Visibilia Editore spa, società nella quale la sen. Santanchè ha rivestito in passato cariche societarie si precisa che: – la sen. Santanchè non risulta indagata in alcun processo penale e da anni non ricopre alcuna carica in Visibilia Editore spa; – non risponde al vero che "sia aperto un fascicolo per ipotesi di bancarotta fraudolenta", stante l'assenza del presupposto obiettivo della liquidazione giudiziale della società, soltanto ipotizzata in astratto", recita la nota del legale.

Visibilia Editore spa, spiega ancora l'avvocato, "sta assumendo in ogni sede opportuna le iniziative affinché l'Autorità giudiziaria possa riconoscere l'assenza di tale presupposto ed in particolare, come evidenzia un comunicato della società, gli azionisti di riferimento della stessa – Reale Ruffino e SIF Italia spa – hanno manifestato la disponibilità ad intervenire, ove necessario, per adempiere ad ogni obbligazione nei confronti dell'Agenzia delle Entrate; – ogni diversa rappresentazione dei fatti non corrisponde alla effettiva realtà degli stessi ed è lesiva della reputazione della sen. Santanchè". 

Nella nota si precisa anche che "Visibilia Editore spa sta assumendo in ogni sede opportuna le iniziative affinché l'Autorità giudiziaria possa riconoscere l'assenza di tale presupposto ed in particolare, come evidenzia un comunicato della società, gli azionisti di riferimento della stessa – Reale Ruffino e SIF Italia spa – hanno manifestato la disponibilità ad intervenire, ove necessario, per adempiere ad ogni obbligazione nei confronti dell'Agenzia delle Entrate". "Ogni diversa rappresentazione dei fatti non corrisponde alla effettiva realtà degli stessi ed è lesiva della reputazione della senatrice Santanchè", conclude l'avvocato Sanzo.

Il giallo nascerebbe da una iscrizione ‘top secret' nell'ambito dell'inchiesta del pm di Milano Roberto Fontana che ha avanzato un'istanza di "liquidazione giudiziale", ossia di fallimento, presentata al Tribunale fallimentare. La richiesta deriva dallo stato di insolvenza dell'azienda nei confronti del fisco: la società "versa in evidente e manifesto stato di insolvenza" perché avrebbe accumulato "debiti per un importo complessivo pari ad euro 984.667,14, con data di notifica delle prime cartelle a partire dal 2018", ha scritto la Procura di Milano nell'istanza.

Tutto partirebbe da un esposto dei soci di minoranza di giugno scorso e dopo le analisi del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, coordinate dal pm Fontana. Accertamenti che come conseguenza, come avviene spesso in questi casi, hanno portato all'apertura di un fascicolo per ipotesi di bancarotta che sono in valutazione a carico degli ex amministratori, tra cui appunto Santanchè, che è stata presidente e Ad tra il 2016 e lo scorso gennaio, e che di recente ha dismesso le quote. La senatrice, a quanto apprende l'Ansa, sarebbe dunque indagata insieme ad altri nel procedimento nel quale, sempre su valutazioni agli atti della Gdf, si contestano anche presunte false comunicazioni sociali. Sull'inchiesta in corso, con alcuni passaggi secretati anche per i legali, c'è massimo riserbo.

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