Meloni e Tajani d’accordo con Mattarella su Gaza, ma non rispondono sulle sanzioni a Israele

Di Marco Billeci e Annalisa Cangemi
Questa mattina si è tenuta la consueta parata militare, in via dei Fori Imperiali, in occasione del 2 giugno, 79esima Festa della Repubblica. Hanno partecipato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Le celebrazioni sono iniziate con la deposizione di una corona d'alloro al milite ignoto all'Altare della Patria da parte del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Presenti, oltre alla premier, il ministro della Difesa Guido Crosetto, i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e i vertici militari e delle forze di polizia.
"Il 2 giugno celebriamo la nascita della nostra Repubblica. Un giorno che ci ricorda chi siamo: un popolo fiero, capace di rialzarsi dopo le prove più dure, tenendo saldi i valori della libertà, dell’unità e dell’identità nazionale", ha scritto sui social a presidente del Consiglio. "Celebrare l’Italia oggi significa onorare chi ha dato la vita per difenderla, e chi ogni giorno la serve con coraggio, dedizione e silenzioso orgoglio. Essere italiani vuol dire appartenere a qualcosa di grande, che va difeso, amato, trasmesso.Buon 2 giugno a tutti. Viva l’Italia!", ha aggiunto.
Cosa ha detto Meloni su Gaza e sulle parole del Capo dello Stato Mattarella
Ai cronisti presenti Meloni, ha dichiarato le sue intenzioni per il voto dell'8 e 9 giugno per i referendum su lavoro e cittadinanza, per i quali la premier ha dichiarato che andrà ai seggi ma non ritirerà la scheda, per cui non inciderà sul quorum, cioè il 50% più uno. Lo spiega una circolare del Viminale: "Per quanto attiene la rilevazione del numero degli elettori, appare utile rammentare che coloro che rifiutano la scheda non dovranno essere conteggiati tra votanti della sezione elettorale". Il che significa appunto che anche se Meloni si recherà alle urne, il suo mancato voto non avrà alcuna influenza sul raggiungimento del quorum, necessario perché il referendum sia dichiarato valido. Per questo la precisazione di Meloni ha scatenato polemiche da parte dell'opposizione.
Oltre alla questione referendum, la presidente del Consiglio si è espressa anche su altri temi d'attualità, approvando le parole su Gaza del Presidente della Repubblica, secondo cui "Che venga ridotta alla fame un'intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano, e grave è l'erosione dei territori attribuiti all'autorità nazionale palestinesi"
"Sono state importanti e sono in linea con quello che ha già detto il governo. Ringrazio il presidente della Repubblica e sono d'accordo con lui", ha commentato Meloni, senza però rispondere a una domanda di Fanpage.it su eventuali sanzioni a Israele, e sul perché non ritenga utile una misura del genere.
"Penso che sia importante il lavoro che ha fatto il governo per aiutare la popolazione di Gaza", ha aggiunto la premier.
Meloni sul caso dei bersaglieri non graditi a scuola
La premier è anche intervenuta sul casi di alcuni docenti di una scuola di Magenta, il liceo scientifico Bramante, che hanno scritto al ministro per l’Istruzione Valditara, contestando l’ingresso nelle scuole dell’associazione nazionale Bersaglieri nell’ambito del protocollo d’intesa firmato con il ministro di Viale Trastevere.
Nella lettera gli insegnanti scrivono che vanno bene i valori quali il rispetto per la Costituzione, la Patria, l’inno nazionale, la convivenza tra i popoli, "ma il decalogo valoriale – aggiungono – prevede obbedienza, rispetto, conoscenza delle proprie armi, ginnastica, sentimento della famiglia, fiducia in sé stessi fino alla presunzione. Nella maggior parte di questi dettami noi non riconosciamo noi stessi e il senso del lavoro educativo che svolgiamo. Quanto alla famiglia non la consideriamo un obiettivo da perseguire a ogni costo e non la rivestiamo di una sacralità che esula dalle nostre competenze".
Per Meloni è "francamente inaccettabile che dei professori che insegnano nelle scuole ci dicano che i bersaglieri sono divisivi", ha detto la premier a margine della Parata ai Fori Imperiali per le celebrazioni del 2 giugno. "È grazie anche ai bersaglieri se noi abbiamo una nazione, è grazie alle Forze armate, è grazie a tutti quelli che si sono sacrificati per costruirla, e forse questo dovremmo insegnare ai nostri giovani", ha sottolineato.
"È un 2 giugno che come sempre ci deve rendere molto orgogliosi di quello che siamo. Non celebriamo questa festa semplicemente come se fosse un fatto museale, noi celebriamo questa festa per ricordarci che quello che abbiamo, qualcuno lo ha costruito".
Cosa ha detto Tajani su Gaza e sulle minacce a Meloni da parte del docente campano
Anche il ministro degli Esteri Tajani ha detto che condivide le parole di Mattarella su Gaza: "Sono le stesse che ho utilizzato io in Aula", ha detto ai microfoni di Fanpage.it. E rispondendo a una domanda sul perché il governo si ostini a non adottare un approccio più duro, per esempio imponendo sanzioni al governo Israele, ha detto: "Nessun Paese europeo ha fatto quello che abbiamo fatto noi per il popolo palestinese, i risultati umanitari sono anche risultati politici, il resto sono chiacchiere".
"Noi abbiamo parlato 700 palestinesi in Italia. Adesso perché la mamma di Adam ha deciso di venire in Italia? Perché gli siamo simpatici o perché" l'Italia "è un Paese che garantisce il popolo palestinese? Le chiacchiere si fanno sempre. Noi abbiamo fatto. Perché l'unico Paese al mondo che ha fatto entrare un convoglio delle Nazioni Unite dentro la Striscia di Gaza è stato l'Italia?".
"Vi faccio una domanda: come si ottengono gli aspetti umanitari? Come facciamo uscire 700 palestinesi da Gaza= Sono tutti risultati politici" e "il governo italiano tratta per salvare tutte queste vite umane". "Queste sono tutte cose concrete, il resto è propaganda", ha aggiunto il vicepremier e ministro degli Esteri, sottolineando che "abbiamo adottato una condanna molto chiara di quello che succede, abbiamo sanzionato i coloni in Cisgiordania" e "tutto il mondo palestinese ci è grato, non credo Hamas, ma a me interessano i ringraziamenti dei palestinesi", ha detto ancora il ministro a Fanpage.it.
Questa mattina è stata ricordata anche la vicenda del docente campano, che ha scritto messaggi minacciosi contro il governo e in particolare contro la premier Meloni, contro i ministri Tajani, Salvini e Piantedosi, augurando ai loro figli la sorte dei bambini massacrati a Gaza. Il docente si è scusato, ma ha successivamente cercato di dare la colpa all'Intelligenza artificiale, che gli avrebbe suggerito il post violento in cui insultava Meloni, augurando alla figlia Ginevra la fine di Martina Carbonaro, uccisa ad Afragola dall'ex fidanzato.
Su questo è intervenuto il titolare della Farnesina: "I conflitti devono restare al di fuori del panorama politico italiano, perché se anche il dibattito politico si trasforma in odio, questo non va bene. Questo mina l'unità nazionale quando si sentono parole di odio, ci sono manifestazioni di violenza, quando ci sono rigurgiti di antisemitismo. Evidentemente c'è qualcosa che non va, troppi cattivi maestri. Questo non significa che non si debba criticare il governo e non si debbano avere posizioni legittime anche dure nei confronti del governo israeliano, ma questo non deve trasformarsi in minacce a bambini che non c'entrano niente solo perché sono figli di politici", ha detto a margine della parata militare del 2 giugno ai Fori imperiali.
"Augurare la morte ai nostri figli non mi pare che sia una scelta politica né intelligente né democratica, quindi veramente intristisce. Più che arrabbia, a me provoca tristezza, soprattutto quando l'invito all'odio viene da un professore che dovrebbe insegnare il rispetto e l'amore. Poi non basta scusarsi".
Tajani ha cercato poi di spostare l'attenzione sulle forze di minoranza: "L’opposizione fa il suo mestiere, ma deve stare molto attenta a usare un linguaggio che non fomenti odio in questo paese. Quella dichiarazione è riconducibile alle opposizioni? Certamente non è un sostenitore del governo", ha detto il vicepremier, aggiungendo: "Andate a vedere i toni utilizzati in Parlamento dall'onorevole Provenzano".
Per quanto riguarda il referendum invece Tajani ha detto che non andrà a votare: "È previsto dalla Costituzione. Quando c’è un quorum, il non far scattare il quorum è un altro modo di votare. Lo hanno detto Napolitano, anche Marco Pannella".