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Fuggiti dal loro Paese, ora gareggiano a Tokyo: la squadra dei rifugiati torna alle Olimpiadi

Quest’anno a gareggiare nelle Olimpiadi per la seconda volta nella storia ci sarà anche la squadra dei rifugiati, un’iniziativa di solidarietà, ma anche l’unica opportunità che hanno questi atleti di partecipare ai giochi olimpici. Provengono da 11 Paesi, sono stati ospitati da 13 diversi Stati: i 25 atleti della squadra dei rifugiati si trovano a Tokyo e sono pronti per competere in 12 discipline sportive differenti.
A cura di Annalisa Girardi
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Sono fuggiti da guerre, violenza, fame o povertà. Oggi gareggeranno alle Olimpiadi di Tokyo. Cominceranno tra poche ore i giochi olimpici, posticipati di un anno a causa della pandemia di coronavirus, in cui diversi atleti da tutto il mondo si troveranno a competere nelle varie discipline per la medaglia d'oro. E quest'anno a partecipare per la seconda volta nella storia ci sarà anche la squadra dei rifugiati. La prima è stata in occasione dei giochi olimpici di Rio De Janeiro nel 2016, in un'iniziativa di solidarietà verso i rifugiati di tutto il mondo, in collaborazione con l'Agenzia delle Nazioni Unite, nel mezzo della crisi migratoria che ha interessato il Mediterraneo in quegli anni.

La squadra dei rifugiati a Tokyo è composta da 25 atleti che provengono da 11 diversi Paesi e sono stati accolti da 13 Stati. Concorreranno in 12 differenti discipline sportive. Anche il loro viaggio verso Tokyo è stato costellato da alcuni inconvenienti a causa del coronavirus, come accaduto a molti altri atleti. Per un caso di positività tra gli accompagnatori, infatti, parte della squadra è rimasta bloccata a Doha per quasi una settimana. Alla fine, però, tutto si è concluso per il meglio e tutti gli atleti della squadra dei rifugiati sono arrivati nella capitale giapponese, pronti per gareggiare.

Chi sono gli atleti che gareggiano nella squadra dei rifugiati

Come abbiamo detto provengono da 11 Paesi, che sono: Afghanistan, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Iran, Iraq, Sud Sudan, Sudan, Siria, Repubblica del Congo e Venezuela. Gli Stati in cui invece si sono rifugiati sono: Austria, Belgio, Brasile, Canada, Francia, Germania, Israele, Kenya, Portogallo, Paesi Bassi, Trinidad e Tobago, Svizzera e Regno Unito. E infine, ecco i nomi degli atleti:

  • Abdullah Sediqi
  • Ahmad Badreddin Wais
  • Aker Al Obaidi
  • Alaa Maso
  • Angelina Nadai Lohalith OLY
  • Aram Mahmoud, badminton
  • Cyrille Fagat Tchatchet II
  • Dina Pouryounes Langeroudi
  • Dorian Kalatela
  • Eldric Sella Rodriguez
  • Hamoon Derafshipoour
  • Jamal Abdelmaji Eisa
  • James Nyak Chiengjiek
  • Kimia Alizadeh
  • Luna Solomon
  • Masomah Ali Zada
  • Paulo Amotun Lokoro
  • Popole Misenga
  • Rose Lokonyen Nathike
  • Saeid Fazoula
  • Sanda Aldass
  • Tachlowini Gabriyesos
  • Wael Shueb
  • Wessam Salamana
  • Yusra Mardini

Ai questi 25 membri se ne affiancano anche altri quattro della Federazione Internazionale del Progetto Rifugiato di Judo, che sono:

  • Ahmad Alikaj
  • Javad Majoub
  • Muna Dahouk
  • Nigara Shaenn

Le discipline sportive in cui competeranno sono atletica leggera, badminton, boxe, canoa, ciclismo, judo, karate taekwondo, tiro a segno, nuoto, sollevamento pesi e lotta. Tra gli allenatori della squadra dei rifugiati c'è anche Niccolò Campriani, tre volte campione olimpico nella carabina. Sarà uno dei venti tecnici della squadra.

La bandiera della squadra dei rifugiati

Gli atleti della squadra dei rifugiati, alla cerimonia di apertura che si terrà questa sera (ore 13 italiane) marceranno portando la bandiera dei giochi olimpici, i cinque cerchi colorati su sfondo bianco, immediatamente dopo la Grecia. In caso di vittorie, alle cerimonie di consegna della medaglia si alzerà sempre la bandiera delle Olimpiadi e verrà intonato l'inno olimpico (brano composto da Spiro Samara, con parole tratte da un poema dello scrittore greco Kostis Palamas).

Alle Olimpiadi di Rio era stata anche esposta anche la bandiera della Nazione dei rifugiati (proposta anche dalle Nazioni Unite per sostenere i rifugiati in tutto il mondo), il drappo arancio attraversato da una riga nera che simboleggia i giubbotti salvagente indossati dai migranti nel Mediterraneo.

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