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In Friuli Venezia Giulia stanno arrivando le telecamere nascoste nei boschi per individuare i migranti

“Sono rimasto sconvolto per le polemiche”, ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia, commentando la notizia dell’arrivo delle fotocamere da installare nei boschi tra Italia e Slovenia per sorvegliare il confine e intercettare subito gli ingressi irregolari.
A cura di Annalisa Girardi
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Questa settimana le forze dell'ordine di Trieste e Gorizia riceveranno delle fotocamere che saranno installate nei boschi tra Italia e Slovenia per pattugliare il confine, attraversato dai migranti irregolari che cercano di entrare in Italia attraverso la rotta balcanica. "Sono rimasto sconvolto per le polemiche – ha detto il governatore della Regione, Massimiliano Fedriga – È evidente che bisogna anche negare di avere le strumentazioni per combattere i trafficanti. Mi sembra una cosa folle e inumana".

Per il presidente della Regione, eletto in quota Lega, invece "è molto positivo" che vengano distribuite queste fotocamere per i controlli ai confini. "Riuscire a intercettare i percorsi che compie l'immigrazione irregolare vuol dire contrastare in modo importante chi tratta carne umana e a chi guadagna sul traffico di esseri umani", ha aggiunto Fedriga a margine di un incontro a Gorizia.

La polemica sul presidio dei confini anche attraverso fotocamere non è nuova in Friuli Venezia Giulia. Qualche anno fa l'assessore regionali Pierpaolo Roberti, anche lui esponente del Carroccio, aveva affermato che la Regione fosse pronta ad "acquistare fototrappole da posizionare sui sentieri in prossimità dei confini, per individuare in tempo reale i transiti di immigrati irregolare". Insomma, la proposta era: usare le fototrappole che si usano per monitorare gli spostamenti degli animali selvatici per rilevare immediatamente se qualcuno stessa attraversando il confine illegalmente.

Qualche mese dopo lo stesso Fedriga aveva rilanciato la questione. Era il maggio 2020 e affermando la necessità di monitorare maggiormente gli ingressi, il governatore aveva chiesto di fornire direttamente i militari di istanza nella Regione con "strumenti e tecnologie per individuare e anticipare gli arrivi dalla Slovenia". In particolare Fedriga aveva parlato di "radar terrestri che funzionano a diversi chilometri di distanza e telecamere termiche". Quindi aveva ribadito: "Non è accettabile che un territorio come quello del Friuli Venezia Giulia, che non è confine europeo, sia soggetto ad entrare irregolari di persone che transitano da altri Paesi Ue".

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