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Formigoni: Vado avanti fino al 2015

Il Governatore della Lombardia smentisce ogni ipotesi di elezioni anticipate e conferma di voler proseguire fino alla scadenza naturale del suo mandato, ma i leghisti mugugnano.
A cura di Antonio Palma
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Formigoni: Vado avanti fino al 2015

Come aveva già anticipato ieri, il Presidente della Regione Lombardia non ha nessuna intenzione di dimettersi e anzi questa mattina ha rilanciato: "Riprendiamo la prospettiva del 2015". Ai microfoni di Radio 24 il Governatore ha assicurato che dopo l'azzeramento della giunta lombarda l'intenzione con il nuovo gruppo è quella di arrivare fino alla naturale scadenza della legislatura nel 2015. "Procederò nei prossimi giorni a dar vita a una giunta nuova, ridimensionata nel numero e scegliendo persone che siano in grado di portare avanti le politiche di eccellenze portate avanti in tutti questi anni dalla Regione Lombardia" ha assicurato Formigoni smentendo ogni ipotesi di elezioni anticipate per l'anno prossimo. Del resto perché abbandonare? Come aveva precisato anche il segretario del Pdl Alfano non si caccia chi ha fatto bene. "Per noi parlano i risultati, siamo efficienti nonostante qualcuno faccia quelle porcate lì" ha detto Formigoni scaricando tutta la responsabilità del caso Zambetti sui partiti della coalizione.

Formigoni scarica le colpe del Caso Zambetti sui partiti – Come ha spiegato il Presidente lombardo ai giornalisti, infatti, sembra che Zambetti sia stato voluto proprio dai partiti che appoggiavano Formigoni al Pirellone contro la stessa volontà del Governatore. "Nel 2010 non avrei riconfermato Zambetti, perché col tempo si conoscono meglio le persone e circolavano strane voci" ha rivelato Formigoni ammettendo che la scelta dell'assessore "è stato un errore". Comunque da oggi in Lombardia si riparte e il Governatore tiene a sottolineare il suo importante gesto compiuto ieri, "una scelta di forte di discontinuità". Eppure quella al Pirellone sembra più una tregua armata che una pace, con i leghisti ancora pronti a dare battaglia. "Non mi sento salvato dalla Lega, abbiamo lavorato insieme" ha precisato Formigoni che, però, ora dovrà affrontare una serie di paletti concordati fra Pdl e Lega tra cui le riforme del welfare e quella elettorale.

L'ultimatum dei leghisti – A smorzare gli entusiasmi, infatti, ci ha pensato il segretario lombardo della Lega, Matteo Salvini, che ha dato un chiaro ultimatum a Formigoni: "Per quanto ci riguarda, non si arriva a fine mandato e si vota in primavera". Insomma prima applicare le riforme richieste e poi al voto, magari in contemporanea con le elezioni politiche, una scelta concordata nel direttivo leghista per non rischiare di ritrovarsi come nel Lazio dove praticamente si è bloccati senza poter fare nulla. Unica speranza per Formigoni è quella di puntare sul federalismo spinto con la macroregione nord, un'idea tanto cara ai leghisti per la quale  sarebbero disposti anche a ricandidare il Celeste alla Regione Lombardia.

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