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Fondazione Open, chiuse le indagini: tra gli indagati anche Matteo Renzi e Maria Elena Boschi

Ci sono quattro società e undici persone tra gli iscritti nel registro degli indagati dopo la conclusione delle indagini preliminari sul caso della fondazione Open. Tra le persone a cui la Procura di Firenze ha inviato l’avviso di conclusione delle indagini compaiono anche Matteo Renzi e Maria Elena Boschi che, secondo l’accusa, avrebbero ricevuto una somma di circa 3 milioni e mezzo di euro tra il 2014 e il 2018.
A cura di Giuseppe Pastore
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La Procura di Firenze ha chiuso le indagini sul caso Open, la fondazione che ha sostenuto Matteo Renzi nella sua ascesa politica. Nel registro degli indagati figurano undici persone tra cui il senatore di Italia Viva, i deputati Maria Elena Boschi e Luca Lotti, Alberto Bianchi (ex presidente della fondazione) e Marco Carrai (imprenditore). Oltre a loro, l'avviso di conclusione delle indagini è stato inviato anche a quattro società. I reati ipotizzati sono quelli di finanziamento illecito ai partiti, corruzione, riciclaggio e traffico di influenze. Secondo l'accusa, gli esponenti politici coinvolti nell'inchiesta avrebbero ricevuto circa 3 milioni e mezzo di euro tra il 2014 e il 2018 dalla fondazione Open per sostenere la propria attività politica. Per quanto riguarda l'ipotesi di corruzione, sarebbero due gli episodi contestati a Luca Lotti. Il deputato Pd ed ex ministro è stato componente del consiglio di amministrazione della fondazione e secondo la tesi dell'accusa, tra il 2014 e il 2017, avrebbe favorito con interventi normativi alcune società finanziate da Open, in particolare la Toto costruzioni e la British American Tobacco.

Per l'accusa la fondazione Open operava come un partito

Le indagini sul presunto finanziamento illecito sono partite nel settembre 2019, quando la Procura ha posto sotto sequestro l'archivio della fondazione Open, attiva dal 2012 al 2018, anno in cui si è sciolta. La fondazione era nata per sostenere alcune attività politiche tra cui la Leopolda e la stessa ascesa di Matteo Renzi da leader del Partito Democratico a Presidente del Consiglio dei Ministri. La stessa procura, che ha messo sotto la lente di ingrandimento i circa 7 milioni di euro raccolti dalla fondazione, ha sostenuto che i finanziamenti a Open servissero per "sostenere l'attività politica di Renzi, Lotti e Boschi e della corrente renziana" e che la fondazione agisse come "articolato di partito". Questo significherebbe che, nel periodo di attività, Open avrebbe dovuto rispettare le norme sui finanziamenti ai partiti.

Renzi: "Emergerà la verità"

"La fine delle indagini sulla vicenda Open è realmente un'ottima notizia. Dopo due anni di incessanti indagini, perquisizioni giudicate illegittime dalla Cassazione, veline illegalmente passate ai giornali finisce il monologo dell'accusa. Finalmente arriva il momento in cui si passa dalla fogna giustizialista alla civiltà del dibattimento. E lì contano finalmente i fatti e il diritto. Alla fine di questa scandalosa storia emergerà la verità: non c'è nessun finanziamento illecito ai partiti perché tutto è bonificato e tracciato", ha detto Matteo Renzi commentando in Senato la fine delle indagini.

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