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Fioramonti nella bufera dopo gli insulti a Santanchè: “Mi sono scusato”. La senatrice: “Si dimetta”

Bufera su Lorenzo Fioramonti: il ministro è sotto attacco per aver offeso pesantemente sul suo profilo Facebook Daniela Santanchè, nel 2013. Per quelle parole oggi si è scusato, “non ne vado fiero”, ma la senatrice di FdI ha chiesto le sue dimissioni. Il ministro è stato criticato anche per la scelta di mandare suo figlio in una scuola internazionale, in cui si parla prevalentemente inglese.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Non pensavo che vivere molti anni all'estero lavorando duro potesse essere usato contro di me. Oggi non si attacca il mio lavoro, fatto di intese coi sindacati per garantire la didattica, eliminare il precariato, rilanciare l'edilizia scolastica e battersi per maggiori risorse in un settore bistrattato da decenni, ma le mie opinioni di anni fa, scritte sulla mia pagina privata, di getto, e con toni di cui ovviamente non vado fiero (e per cui ho già chiesto scusa alla diretta interessata in forma personale)". Così si è giustificato su Facebook il ministro dell'Istruzione, Lorenzo Fioramonti. "Essere oggetto di pressione mediatica fa parte del ruolo, e lo capisco. C'è però un limite da non valicare". 

Il titolare del Miur è sotto attacco perché, come ha scritto oggi ‘Il Giornale', nel 2013 sul suo profilo social, insultò la senatrice di Fratelli d'Italia Daniela Santanchè, che pretende le sue dimissioni. "Sono basita. Questa persona non può fare il ministro e spero proprio che tutte le donne reagiscano – ha detto la destinataria delle offese -, parole che hanno scatenato l'indicibile sui social da questa mattina. Questa persona si deve dimettere, non può essere un ministro della Repubblica, questa persona è anche il mio ministro. Mi auguro che adesso le donne del Pd, le donne del M5S, tutte le donne chiedano le dimissioni: non Daniela Santanchè ma tutte le donne".

Come ha raccontato la parlamentare di FdI le parole del ministro avrebbero aizzato gli haters sui social. Fioramonti la giudicava una "Una demente bugiarda e venduta", alla quale avrebbe "sputato", alludendo, con termini denigratori, agli interventi di chirurgia estetica della senatrice.  

"Non mi interessano le scuse di Fioramonti, il problema non è di forma ma di sostanza. Uno che pensa quelle cose non può fare il ministro", ha tuonato Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia, ospite di ‘Otto e mezzo' su La7.

Ma il M5s ha preso le sue difese: "Ormai è sotto gli occhi di tutti il goffo e scorretto tentativo di individuare nella persona di Lorenzo Fioramonti la figura del ministro-bersaglio di questo esecutivo, facendo peraltro ricorso ad argomentazioni tanto futili quanto squallide e coinvolgendo un minore. Un’operazione esecrabile che purtroppo abbiamo già visto in passato e alla quale non intendiamo sottostare. Ribadiamo tutta la stima e la vicinanza a una persona seria e competente insieme alla quale lavoriamo intensamente per mettere a segno importanti interventi e puntare con decisione su scuola, università e ricerca. Fioramonti è sotto attacco per le sue proposte politiche, dalla centralità della questione ambientale agli investimenti necessari per i suoi settori di competenza fino al suo riaffermare i diritti dei giovani di questo Paese: ma questi sono esattamente gli obiettivi del MoVimento 5 Stelle, dunque chi attacca il ministro attacca tutti noi", hanno scritto in una nota le deputate e i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Cultura alla Camera.

L'esposto al Garante per la Privacy per il figlio

Ma non è solo il linguaggio violento utilizzato contro Daniela Santachè a creare problemi al ministro. Un'altra notizia che ha fatto inorridire i suoi detrattori è stata la sua scelta di far frequentare al figlio di 8 anni la scuola internazionale, una scelta che sarebbe sintomo di disprezzo per la lingua italiana."Giorni fa – ha raccontato il ministro su Facebook – alcuni giornalisti sono andati a scuola di mio figlio chiedendo informazioni sui suoi voti, sul suo comportamento e sugli esami. Difendo e difenderò sempre il diritto alla libera informazione, accetto in silenzio tutte le critiche, in taluni casi anche molto dure, che mi vengono rivolte. A tutti può capitare di incorrere in errori, anche a me, come nel caso dei toni usati nelle affermazioni rilanciate dal tritacarne mediatico, pur vecchie di anni e fatte quando ero un semplice cittadino. Ma recarsi in una scuola elementare per mettere sotto le luci dei riflettori un bambino di 8 anni è un atto di violenza".

"Mio figlio – ha scritto ancora – ha sempre frequentato scuole internazionali perché è nato e cresciuto all'estero. Queste scuole sono le uniche che garantiscono continuità curricolare ai bambini che cambiano spesso paese di residenza. Mio figlio, figlio di un italiano e di una donna tedesca, parla 4 lingue (tra cui l'italiano), ma al tempo dell'iscrizione aveva ancora difficoltà a scriverlo, ragion per cui – anche su suggerimento della scuola – abbiamo deciso di non registrarlo per l'esame facoltativo d'italiano. E comunque, queste sono questioni che attengono alla sua vita privata. Di questo, gli altri non dovrebbero interessarsi. Ha il diritto ad una vita serena al riparo dalle polemiche pubbliche che da Ministro sono chiamato ad affrontare. Tale ingerenza nei confronti della mia famiglia e della comunità scolastica è avvenuta in spregio di ogni tutela della privacy, nonché delle più elementari regole di deontologia professionale".

"Sono turbato da padre e da cittadino. Tra l'altro mi domando come sia possibile che dati sensibili rispetto alla presenza di un minore in una scuola siano reperibili. Formulerò un esposto al garante della privacy, da privato cittadino e non da Ministro, per tutelare non solo il diritto alla riservatezza di mio figlio ma quello di ogni genitore a poter crescere ed educare i propri figli senza che la loro vita venga gettata in pasto ai giornali. Se questi metodi sono pensati per spaventarmi, dico solo che io andrò avanti nel mio lavoro per trovare più risorse per la scuola e l'università e operare concretamente, come abbiamo fatto pochi giorni fa con l'accordo sugli insegnanti precari, per risolvere i problemi della scuola e della ricerca, che hanno radici antiche, affinché questo sia un Paese migliore", ha concluso il ministro.

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