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Femminicidio, il centrodestra propone il reato di duplice omicidio se la donna è incinta

Dopo il caso di Giulia Tramontano, i partiti del governo Meloni hanno messo sul tavolo l’ipotesi che il reato di duplice omicidio si applichi anche quando la vittima è una donna incinta. La proposta però implica che il feto sia considerato una persona, con dei diritti giuridici, cosa che potrebbe avere effetti sul diritto all’aborto.
A cura di Luca Pons
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Il caso di cronaca di Giulia Tramontano, donna di 29 anni uccisa dal fidanzato quando si trovava al settimo mese di gravidanza, ha aperto un dibattito nella politica. Dopo il ddl contro la violenza sulle donne varato dal governo, alcuni esponenti del centrodestra hanno annunciato di voler portare avanti una proposta: estendere il reato di duplice omicidio, in modo che includa anche le donne incinte. Le variabili sono molte, ma a seconda di come sarà formulata questa proposta potrebbe creare delle frizioni con il diritto all'aborto in Italia.

Cosa vuole fare il centrodestra sul duplice omicidio per le donne incinte

"I femminicidi purtroppo stanno raggiungendo numeri sempre più elevati e considerata anche la particolare atrocità dell’ultimo caso di Senago, ritengo assolutamente valida la proposta di considerare un duplice omicidio casi similari", ha affermato Riccardo Zucconi, deputato di Fratelli d'Italia. Non è l'unico: anche la capogruppo di Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli, ha detto che il suo partito sta  "lavorando a una proposta di legge per configurare il duplice omicidio nel caso venga uccisa una donna che aspetti un bambino". Laura Ravetto, responsabile Pari opportunità per la Lega, ha definito la morte di Giulia Tramontano "un orribile duplice omicidio" nei giorni immediatamente successivi all'assassinio.

La proposta, per come l'ha presentata al momento Fratelli d'Italia, sarebbe di porre il limite a 90 giorni di gravidanza: dopodiché, uccidere la donna sarebbe equivalente a un duplice omicidio. "Il periodo di riferimento dei 90 giorni è proprio quello che, secondo la legge sull’aborto, permette l’interruzione legale della gravidanza (salvo casi eccezionali per i quali può essere interrotta anche in un secondo momento)", ha spiegato Zucconi.

I possibili rischi per il diritto all'aborto

"Personalmente non ho dubbi sul fatto che la vita nasca nel momento del concepimento", ha detto commentando la proposta Roberto Menia, senatore di Fratelli d'Italia. Menia ha, in passato, depositato una proposta di legge per il riconoscimento della personalità giuridica del feto, che avrebbe il possibile effetto di limitare il diritto all'aborto. "La legge attuale prevede la possibilità di abortire entro il terzo mese, dopo di che lo considera infanticidio", ha continuato Menia. In realtà non è così: la legge 194 che regola l'aborto in Italia permette di interrompere la gravidanza anche dopo i 90 giorni in determinati casi, e comunque non considera un'Ivg dopo i 90 giorni come l'omicidio di un bambino. "Il caso di specie (quello di Giulia Tramontano, ndr) è quello di un duplice omicidio. Ma non tocca a me parlare a nome del partito su questioni di giustizia", ha concluso Menia.

Anche Zucconi ha riconosciuto che il tema del duplice omicidio se la donna è incinta sarebbe legato in qualche modo all'interruzione di gravidanza, ma ha detto che "la proposta non intacca né mette in discussione minimamente la legge sull’aborto: se con la legge attuale viene considerato omicidio (quello di Giulia) e procurato aborto (la morte del piccolo), per incrementare la lotta contro il femminicidio sarebbe un segnale importante, ora al vaglio anche dei due misteri competenti e del ministro delle pari opportunità Eugenia Roccella, quello di considerare un eventuale assassinio di una madre in stato interessante da più di tre mesi di gestazione un duplice omicidio".

Cosa dice la legge italiana su aborto e omicidio

Il termine "aborto" si usa a livello scientifico fino ai 180 giorni di gestazione (sei mesi), e dopodiché si parla di parto prematuro. Per la legge italiana, invece, si parla di aborto per tutto il periodo dal concepimento al parto. Una parte minoritaria della giurisprudenza sul tema ha sostenuto che il feto vada considerato autonomo già nel momento in cui inizia il travaglio, ma in ogni caso la legge stabilisce chiaramente che durante la gravidanza il feto non è considerato una persona, e quindi non si può parlare di omicidio, ma di procurato aborto, se questo avviene contro la volontà della donna.

Per il reato di omicidio, il feto dovrebbe avere una personalità giuridica, e questo potrebbe portare a un rischio per il diritto all'Ivg: potrebbe diventare difficile distinguere legalmente tra chi uccide una donna incinta e chi interrompe una gravidanza, ad esempio. Al momento, nessuna proposta ufficiale risulta depositata in Parlamento dai partiti di centrodestra sul tema del duplice omicidio.

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