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Ex Ilva, sindacati rifiutano l’incontro con Arcelor Mittal. Solidarietà da Mattarella

Il Presidente della Repubblica Mattarella ha espresso “solidarietà e vicinanza a Taranto”. Oggi c’è stato un doppio blitz delle Fiamme Gialle, presso gli uffici di Milano di Arcelor Mittal e presso lo stabilimento. I sindacati intanto hanno fatto sapere che non parteciperanno all’incontro convocato dalla multinazionale per venerdì.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Solidarietà e vicinanza a Taranto, investita, in questi giorni, da una grave questione, la cui soluzione è di primaria importanza per l'economia e il lavoro italiani". Lo ha detto durante al suo intervento all'Anci ad Arezzo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in merito alla vicenda dell'ex Ilva.

Il gruppo franco-indiano Arcelor Mittal, ha avviato formalmente la procedura per restituire ai commissari gli stabilimenti dell’ex Ilva e presentato la richiesta di avvio della cessione del ramo d’azienda che coinvolgerà 12 siti: il trasferimento di 10.777 dipendenti dovrebbe avvenire entro 30 giorni dalla data del recesso, in base a quanto previsto dall'articolo 47 della legge 428/90. Ieri ArcelorMittal ha deciso di sospendere la procedura di spegnimento impianti, e ha riaperto gli uffici commerciali. La Procura di Taranto, dopo quella di Milano, ha aperto un fascicolo sull'ex Ilva, dopo l'esposto dei commissari del siderurgico. L'ipotesi di reato è "distruzione di mezzi di produzione" e "fatti e comportamenti lesivi dell'economia nazionale".

Le indagini sono ancora a carico di ignoti, e intendono chiarire il presunto "depauperamento" dell'azienda e appurare se la crisi, che ha portato il gruppo franco indiano a dare l'addio alla fabbrica, sia stata o meno ‘pilotata' dalla stessa multinazionale. Oggi la Guardia di Finanza ha compiuto un doppio blitz negli uffici di Milano di Arcelor Mittal e nello stabilimento dell'ex Ilva a Taranto: i militari hanno sequestrato documenti e materiale informatico, e hanno sentito persone informate dei fatti.

I commissari dell'acciaieria in amministrazione straordinaria hanno risposto con una lettera ad Arcelor Mittal, che oggi li aveva invitati a un esame congiunto della procedura per la retrocessione del contratto: il gruppo è diffidato a rispettare il contratto e i dipendenti e richiamandone le "responsabilità relative all'esercizio di impresa".

I commissari hanno chiesto al colosso franco-indiano di porre in "essere ogni azione necessaria a garantire tutti gli impegni contrattuali e con essi la piena funzionalità dell'organizzazione produttiva anche al fine di preservarne il valore e non solo quello economico".

L'amministrazione straordinaria del siderurgico, nella missiva firmata dalla direzione delle risorse umane, ha ribadito inoltre che "il preteso recesso dal contratto di affitto è privo di qualsiasi fondamento giuridico e conseguentemente non sussistono le condizioni fattuali e contrattuali per la retrocessione dei rami d'azienda oggetto del Contratto". In particolare per quanto riguarda i dipendenti, hanno aggiunto i commissari, "nella gestione dei rapporti dei quali avete la esclusiva titolarità vi riteniamo responsabili di ogni condotta finalizzata a dismettere tali responsabilità nel vano tentativo di abdicare alla posizione di datore di lavoro per liberarvi degli obblighi e doveri che ne conseguono". 

Da ieri davanti allo stabilimento è in corso la contestazione delle imprese dell'indotto. ArcelorMittal oggi ha annunciato di avere ricominciato a pagare i fornitori durante un incontro fra l'azienda e i sindacati. Resta da vedere, tuttavia, se ci sono le condizioni per sospendere la protesta dei lavoratori dell'indotto, come ha specificato il segretario generale Fiom-Cgil Puglia a Taranto, Giuseppe Romano.

I sindacati hanno intanto fatto sapere che non parteciperanno all'incontro convocato da ArcelorMittal con il governo, per venerdì 22 novembre, nell'ambito della procedura formale per la ‘retrocessione' dei siti dell'acciaieria: "Alla luce delle situazioni che si sono determinate in questi ultimi giorni, in particolare in riferimento alla sospensione del programma di spegnimento degli impianti e riapertura degli uffici commerciali, vi chiediamo di sospendere la procedura prevista dall'ex art.47". Ad affermarlo in una nota congiunta sono i segretari generali della Fim-Cisl Marco Bentivogli, della Fiom – Cgil, Francesca Re David e della Uilm – Uil, Rocco Palombella.

I sindacati "comunicano di non aver inoltrato nessuna richiesta di esame congiunto, come da voi erroneamente riportato nella suddetta missiva, poiché mancano a nostro avviso i presupposti contrattuali e giuridici per la procedura di recesso e di quella inerente il trasferimento di rami di azienda in capo a Ilva Spa".

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