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Eutanasia legale, depositate 1 milione e 220mila firme. Cappato: “Referendum contro torture”

Depositate questa mattina in Cassazione le firme raccolte per il referendum sull’eutanasia legale: raccolte un milione e duecentomila firme raccolte, di cui quasi 400mila raccolte online, circa un terzo del totale. È la prima volta in cui viene utilizzata la raccolta firme digitale. Mina Welby: “Io credo che quando la sofferenza è talmente grande e terribile ognuno abbia il diritto di dire basta”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Depositate poco fa in Cassazione le oltre un milione e duecentomila firme raccolte – di cui quasi 400mila raccolte online, circa un terzo del totale – per proporre un referendum sull'Eutanasia legale. I documenti sono stati depositati da Marco Cappato dell'associazione Luca Coscioni e dai coordinatori del comitato. Le firme sono state raccolte da più di 13.000 volontari in 6.000 tavoli di raccolta in oltre 1.000 comuni.

Oltre al tesoriere Marco Cappato e a Filomena Gallo, segretaria nazionale, erano presenti al ‘Palazzaccio' a Roma anche Mina Welby, vedova di Piergiorgio, e Valeria Imbrogno, la compagna di Dj Fabo, che da anni portano avanti la battaglia per l'eutanasia legale. Si tratta della prima campagna in cui è stato possibile utilizzare firma digitale, che, secondo Cappato, "rappresenta un'innovazione a servizio di partecipazione e democrazia. Non credo ci sia da avere paura al riguardo".

"Oltre un milione e duecentomila cittadini italiani chiedono che finalmente si possa decidere di non dover più imporre contro la volontà del malato la sofferenza come una tortura insopportabile: poter decidere finalmente tra l'Eutanasia clandestina che c'è già in Italia e quella legale fatta di regole, responsabilità, conoscenza, ovviamente assistenza per chi vuole vivere e rispetto della decisione di chi non lo vuole più", ha commentato Marco Cappato.

"Le firme – ha sottolineato il tesoriere dell'associazione Luca Coscioni – sono state raccolte nel silenzio dei capi dei grandi partiti perché la gente ha vissuto questo problema. Il referendum non è fatto contro i partiti e la politica ma è uno strumento per aiutarli a riprendere un contatto con la realtà sociale e con le persone. La politica dei partiti è autoreferenziale. Noi stiamo offrendo l'opportunità di occuparsi di una questione che riguarda le persone. Non è tempo di giochini ma di rispettare la democrazia che non è fatta solo di marketing elettorale".

"Nessuno dei cittadini vuole morire, anche chi è in gravi condizioni. Ma io credo che quando la sofferenza è talmente grande e terribile ognuno abbia il diritto di dire basta", ha detto Mina Welby, intervenendo oggi a piazza Cavour,a Roma, alla manifestazione organizzata dall'associazione Luca Coscioni. "Non è sempre necessaria l'Eutanasia e questo lo voglio dire al Vaticano: a mio marito non è stato fatto il funerale nonostante non fosse Eutanasia, la sua morte. Era semplicemente l'interruzione della ventilazione artificiale, divenuta per lui insopportabile", ha aggiunto.

"Il testamento biologico è fondamentale ed altrettanto importante è che le istituzioni informino correttamente i cittadini a riguardo – ha detto ancora Welby -. Ma quello che serve, sono anche le cure palliative, necessarie, perché credo che nessuno debba avere sofferenze, dal principio della malattia e fino alla fine. Il malato deve poter scegliere di avvicinarsi con più velocità al morire".

"Orgogliosa e onorata di esserci a nome di Sinistra Italiana, una delle realtà promotrici del referendum. In questi mesi abbiamo sostenuto, supportato e organizzato eventi di sensibilizzazione e banchetti per la raccolta delle firme, con la profonda convinzione di stare contribuendo a rendere l'Italia un paese più civile", ha dichiarato la responsabile nazionale Libertà & Diritti di Sinistra Italiana Marilena Grassadonia.

"Finché un Paese – prosegue l'esponente della segreteria nazionale di SI – avrà bisogno di un referendum per arrivare lì dove il Parlamento non riesce ad arrivare, vuol dire che il lavoro da fare per ridurre la distanza tra Politica e Paese reale è ancora tanto".

"Oggi con queste firme – conclude Grassadonia – abbiamo fatto un servizio all'Italia, ribadendo ancora una volta come la laicità dello Stato sia una cosa seria e che in un Paese democratico ogni cittadino/a debba avere la possibilità di autodeterminarsi sempre e comunque, fino all'ultimo respiro. E noi continueremo a batterci per tutto questo, senza arretrare di un millimetro. Un grazie di cuore alla Associazione Luca Coscioni per esserci sempre". 

Cosa è il referendum sull'eutanasia legale

Il quesito referendario propone l'abrogazione parziale dell'articolo 579 del codice penale che punisce l'omicidio del consenziente. Le firme raccolte dovranno ora essere vagliate dall'ufficio centrale per i referendum della Suprema Corte che ne deve verificare la validità. Se ci sarà il via libera la parola passerà alla Consulta, alla quale spetta invece l'esame relativo all'ammissibilità del quesito. Se anche dai giudici costituzionali verrà dato l'ok, i cittadini saranno chiamati alle urne per il voto in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno del prossimo anno, come prevede la legge sui referendum.

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