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Enrico Letta chiede all’Europa di produrre più armi: cosa c’è scritto nel suo rapporto per l’Ue

Il rapporto dell’ex premier Enrico Letta sul mercato unico del’Ue tocca, tra i vari temi, anche quello delle armi: per Letta è una “vergogna” che quasi l’80% dei soldi spesi dall’Ue per aiutare l’Ucraina siano serviti a comprare armamenti non europei. Serve una produzione maggiore e più coordinata per competere con le grandi potenze mondiali.
A cura di Luca Pons
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Se la produzione industriale di armi in Europa non aumenta, "continueremo con questa vergogna dell’80% – o più precisamente del 78% – delle forniture militari non europee che abbiamo acquistato come europei". Lo ha detto Enrico Letta, ex presidente del Consiglio che ieri ha presentato il suo rapporto sul mercato unico: un documento di 147 pagine intitolato "Molto più di un mercato", a cui Letta ha lavorato negli ultimi mesi su richiesta della Commissione europea. Nel testo si tracciano numerose proposte per il futuro dell'Ue, e si tocca anche il tema degli armamenti.

Letta ricorda che, "di tutte le forniture militari inviate dai Paesi europei all'Ucraina dall'inizio del conflitto, il 78% è stato acquistato da produttori non europei". Al contrario, gli Stati Uniti hanno speso l'80% dei loro investimenti nell'acquisto di prodotti statunitensi. Questo per l'ex premier è un segnale della frammentazione dell'industria europea, delle divisioni che ancora restano e che non permettono all'Ue di competere davvero con economie come Usa e Cina. Un argomento toccato anche da Mario Draghi nel suo rapporto, che non è ancora stato pubblicato e di cui c'è solo qualche anticipazione rilasciata dallo stesso Draghi.

I problemi dell'industria della difesa dipendono da molti fattori diversi, per Letta: i finanziamenti sono stati insufficienti negli ultimi trent'anni, con la conseguenza che la produzione di armi è limitata e bisogna fare molto affidamento sull'importazione. Ciascuno Stato si occupa soprattutto delle sue aziende nazionali, e fa riferimento solo a loro, così che il panorama nell'Ue diventa frammentato.

Quindi diventa impossibile creare una economia di scala, per suddividere i lavori tra le varie imprese europee in modo coordinato. Questo permetterebbe di produrre di più, evitare sprechi e aumentare la competitività e la sicurezza dell'Ue, non solo rispetto a Stati Uniti o Cina ma alle industrie nazionali di Turchia, Corea del Sud o Iran. Ciò che serve secondo Letta non è tanto (o non solo) un investimento maggiore dei singoli Stati, ma un'organizzazione più efficiente.

Quello delle armi, poi, è solo uno degli ambiti in cui serve una svolta. Un altro esempio è il "disastro industriale" nel campo delle telecomunicazioni. Negli Stati Uniti ci sono tre principali operatori per le telecomunicazioni. In Ue, oltre cento operatori che lavorano in ventisette sistemi con regole diverse. Anche in questo. caso, bisogna trovare un "compromesso" per migliorare la situazione. Anche perché "il distacco" complessivo con le grandi potenze globali "è tale che siamo di fronte all’ultima opportunità per agire, l’ultima finestra si apre e occorre sfruttarla".

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