Dalle adulazioni durante il Tg al litigio per i soldi, il rapporto fra Emilio Fede e Silvio Berlusconi

Emilio Fede ha diretto il Tg4 per circa vent'anni, dal 1992 al 2012, ed è stato più volte criticato, ripreso, anche condannato dal Garante per le comunicazioni per la sua mancanza di imparzialità in politica. Il giornalista e conduttore, morto oggi all'età di 94 anni, non ha mai nascosto il suo profondo legame con Silvio Berlusconi, prima suo editore e poi leader di Forza Italia e più volte presidente del Consiglio. Uno dei momenti che viene ricordato più spesso è quello del 28 marzo 1994, dopo la vittoria elettorale di Berlusconi: nel Tg4 Fede tenne un discorso per dire che aveva vinto "con grande coraggio", "quasi contro tutto e quasi contro tutti". Ma non era la prima volta che il conduttore mostrava la sua amicizia nei confronti dell'imprenditore.
Come ha ricordato Enrico Mentana, "vent'anni prima di Berlusconi e del Tg4, Fede era già l'anchorman più conosciuto dei Tg italiani". La sua carriera iniziò in Rai, dove a lungo condusse e diresse il Tg1. Dopo la rottura con la televisione pubblica, ci fu l'approdo in quella privata. Anni dopo Fede avrebbe detto alla Stampa che la sua carriera giornalistica "era già avviata, ma è grazie a Berlusconi se è progredita". Nel 1989 entrò in Fininvest, prima con l'incarico di direttore di VideoNews. Creò e condusse per alcuni anni Studio Aperto, il Tg di Italia 1, e nel 1992 prese la direzione del Tg4. L'avrebbe mantenuta fino al 2012.
La conduzione del Tg4 e l'esultanza dopo la vittoria di Berlusconi alle elezioni
Con l'ingresso di Berlusconi in politica iniziarono le polemiche. Fede attaccò duramente Indro Montanelli, all'epoca direttore del Giornale, di proprietà di Berlusconi stesso. Montanelli si era schierato contro l'iniziativa politica del suo editore, e Fede il 6 gennaio del 1994 disse durante il Tg4 che il giornalista avrebbe dovuto dimettersi dalla guida del Giornale, creando un dibattito che coinvolse numerose altre firme del giornalismo italiano. Pochi giorni dopo, peraltro, Montanelli lasciò il Giornale e fu sostituito da Vittorio Feltri.
Quella del 28 marzo fu l'edizione del Tg4 che spesso viene ricordata per il discorso di Fede. "Silvio Berlusconi ha vinto la sua battaglia. Consentitemi di dire che l'ha vinta con grande coraggio, che l'ha vinta quasi contro tutto e quasi contro tutti. Perché l'ha vinta contro la gran parte della stampa, la gran parte dell'informazione radio-televisiva, e l'ha vinta anche contro molti che gli consigliavano, in amicizia, di non fare questo passo", iniziò. Nel resto del discorso, il conduttore raccontò di aver ricevuto una chiamata direttamente da Berlusconi poco prima, "da amico ad amico".
Non è un caso che oggi sempre Enrico Mentana abbia affermato che Fede "sdoganò un genere oggi ampiamente diffuso, quello dei programmi giornalistici apertamente schierati". Negli anni non mancarono i richiami dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom).
Dopo una prima sanzione nel 2004, Fede andò in onda indossando al collo una targhetta con il testo del provvedimento; quando arrivarono due richiami consecutivi nel 2006, minacciò addirittura le dimissioni e fece trasmettere, in sovrimpressione, il testo della sanzione durante il Tg. Le dimissioni non sarebbero arrivate. Fede lasciò il Tg4 solo nel 2012, quando in modo piuttosto brusco non arrivò l'accordo per il rinnovo del contratto.
La condanna nel caso Ruby e lo scontro sui soldi prestati
Il rapporto tra Fede e Berlusconi, inevitabilmente, passa anche dai casi giudiziari che li hanno visti collegati. Un anno dopo aver lasciato il Tg4, Fede venne condannato in primo grado dal Tribunale di Milano per induzione alla prostituzione, favoreggiamento della prostituzione e favoreggiamento della prostituzione minorile. Era il cosiddetto processo Ruby bis.
La sentenza definitiva sarebbe arrivata solamente nel 2019. La pena fu di quattro anni e sette mesi di carcere, per favoreggiamento della prostituzione e induzione alla prostituzione. Vista l'età ormai avanzata e le sue condizioni di salute, si decise che avrebbe dovuto scontare la sentenza agli arresti domiciliari. Nonostante la decisione definitiva dei giudici, Fede continuò sempre a dirsi innocente nel caso Ruby.
Nel 2014 emersero delle registrazioni di conversazioni che sarebbero avvenute due anni prima, tra Fede e il suo personal trainer Gaetano Ferri, che le avrebbe registrate. Qui Fede diceva che le imprese di Berlusconi fossero nate e cresciute anche grazie soldi venuti da ambienti mafiosi, e che l'intermediario sarebbe stato Marcello Dell'Utri, che avrebbe ottenuto l'elezione a senatore per evitare di essere arrestato. Fede smentì le registrazioni, dicendo che Ferri le aveva manipolate per ricattarlo.
Berlusconi venne anche chiamato a testimoniare in un processo che riguardava il giornalista, nel 2017. Il caso era quella di un prestito da due milioni e 750mila euro fatto dall'ex premier a Lele Mora. "Sapevo che aveva bisogno, ma anche, dopo, che non ci sarebbe stata nessuna possibilità di riavere questo prestito che era un atto di generosità, poi ritenni di non interessarmene più", disse Berlusconi.
L'accusa nei confronti di Mora e Fede era di bancarotta fraudolenta. una parte di quei soldi sarebbe finita sui conti del giornalista, come raccontò Mora: "Una parte del denaro l'ho data a lui, visto che era sull'orlo del crac finanziario. Lui aveva parlato con Silvio per chiedere quel prestito per me e poi mi aveva chiesto di dargliene una parte, dicendomi anche ‘tanto è generoso, vedrai che te ne darà altri'".
Durante la testimonianza, però, Berlusconi mantenne una certa distanza: "Il signor Fede ha chiuso il suo rapporto con l'azienda per ragioni indipendenti da questo fatto", disse. E su Mora: "Non ho avuto più modo di parlare con lui, mi ha cercato al telefono ma non ho risposto su suggerimento dei miei avvocati".
Le parole di Fede dopo la morte di Berlusconi
Il giorno della morte di Silvio Berlusconi, 12 giugno 2023, parlando in diretta sui social Fede disse: "Sono sconvolto. Io e lui, e non sono il solo, eravamo come fratelli. Mi ha assunto tanti anni fa con un affetto immenso ed è stato ricambiato da me."
E ancora: "Vorrei una volta per tutte definire la mia amicizia, il mio rapporto con lui: è straordinario. Nessuno può dire, tranne gli stretti familiari, quanto sia cementato quello che provavo. Eravamo insieme giorno e sera e non erano festini come certi imbecilli hanno voluto sostenere". Fede non partecipò ai funerali per un inconveniente con la sua auto. Scrisse sui social: "Sono contento di non arrivare in tempo, di non guardare una bara sapendo che dentro ci sei tu e non allungare una mano e dire ‘vengo con te'. Silvio, vengo con te, non mi mollare. Io ormai ho 92 anni, voglio raggiungerti al più presto".