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Emergenza sbarchi, Di Maio: “Bisogna distruggere i barconi per impedire ai migranti di partire”

L’ondata di sbarchi, unita all’emergenza sanitaria per la pandemia di coronvirus, è per il ministro degli Esteri Di Maio “un tema di sicurezza sanitaria”. Pertanto propone di lavorare “subito ad un accordo con le autorità tunisine affinché sequestrino in loco e mettano fuori uso barchini e gommoni utilizzati per le traversate”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"La questione degli sbarchi, unita al rischio sanitario con la pandemia è un tema di sicurezza nazionale" e "noi non dobbiamo pensare a come fermare gli sbarchi, ma a come bloccare le partenze", quindi "bisogna lavorare subito ad un accordo con le autorità tunisine affinché sequestrino in loco e mettano fuori uso barchini e gommoni utilizzati per le traversate". Lo ha detto il ministro degli Esteri Di Maio in un'intervista al Corriere della Sera pubblicata oggi, a proposito dell'alto numero di arrivi di migranti che i registrano in questi giorni, soprattutto dalla Tunisia, dove è in corso una grave crisi economica.

A preoccupare il ministro sono soprattutto le fughe di migranti, che si trovavano in quarantena, che si sono verificate al Cara di Caltanissetta e nella tensostruttura di Porto Empedocle: "Quanto accaduto a Caltanissetta e a Porto Empedocle deve far pensare, i cittadini chiedono giustamente delle risposte e il dovere di uno Stato è darle quelle risposte, lavorando per risolvere il problema alla radice".

Il ministro pentastellato propone una soluzione concreta per arginare il problema: "Qui non si tratta di avere una linea dura o meno, non c'è e non deve esserci un approccio ideologico al tema, bensì pragmatico e concreto", ha sottolineato il titolare della Farnesina. Secondo Di Maio, infatti, "il momento è molto delicato" e "Il piano da avanzare è articolato" e cosi' "va portato avanti il negoziato per un nuovo accordo in materia migratoria" perché "le imbarcazioni che stanno arrivando sono di questo tipo qui, cosiddette fantasma, spesso fuggono ai radar". Lo scenario, secondo Di Maio " ricorda quello albanese degli inizi del 2000″ e all'epoca con il governo di Tirana "si cooperò in questo senso, il che contribuì a fermare i flussi". Pertanto oggi "con Tunisi dobbiamo sperimentare la medesima strada a mio avviso, lavorando naturalmente su più fronti", ha concluso il ministro degli Esteri.

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