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Elezioni europee, Luigi Di Maio lancia anche in Ue il salario minimo

Il vicepremier Luigi Di Maio, in visita a Zagabria, ha lanciato il salario minimo europeo unico: “L’Ue si dovrebbe impegnare a definire le condizioni minime per difendere la dignità e i diritti di tutti i lavoratori in Europa, e stabilire un salario minimo europeo”. In vista delle elezioni europee di maggio, insieme a Zivi Zid, Kukiz ’15, Akkel e Liike Nyt, il M5S vuole creare una coalizione a cinque.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Molte della battaglie che il M5S ha fatto in Italia si devono spostare a livello europeo", e tra esse anche quella per "il salario minimo europeo" unico. Lo ha annunciato oggi il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico e del lavoro Luigi Di Maio"L'Ue si dovrebbe impegnare a definire le condizioni minime per difendere la dignità e i diritti di tutti i lavoratori in Europa, e stabilire un salario minimo europeo", ha spiegato.

Per combattere le migrazioni dei giovani e lo sfruttamento dei lavoratori, il capo politico del Movimento ha sottolineato il "bisogno di creare le condizioni per una concorrenza leale a livello europeo, che protegga i lavoratori e il costo del lavoro". Elencando i risultati del M5S, Di Maio ha messo in primo piano la legge per la lotta della corruzione dei partiti, il reddito di cittadinanza e le regole per il pignoramento delle case degli italiani.

Di Maio è intervenuto oggi da Zagabria, in Croazia, per partecipare a una riunione di movimenti politici in vista delle elezioni europee. Oggi pomeriggio ha partecipato a una conferenza stampa organizzata da Zivi Zid (Muro umano), una formazione politica croata definita populista e antisistema. Il partito ha tre deputati e nei sondaggi è dato al 12 per cento circa. Presenti anche leader di Akkel della Grecia, Kukiz '15 della Polonia e del movimento Liike Nyt finlandese. Il progetto, annunciato lo scorso mese, è quello di formare una coalizione a cinque per le prossime elezioni europee. Il leader pentastellato ha quindi incontrato gli imprenditori italiani in Croazia all'ambasciata italiana a Zagabria.

"Siamo qui per lanciare un nuovo gruppo al Parlamento europeo, che si impegna a fare quello che è giusto, e non di destra o di sinistra", ha spiegato il vicepremier. Alle prossime elezioni europee "ci sono i presupposti perché la nostra piattaforma diventi l'ago della bilancia all'Europarlamento", ha osservato Di Maio. "Vinceremo – ha spiegato – non permettendo più ai vecchi partiti politici, al Partito popolare e ai socialisti europei, di avere una maggioranza, come è successo l'anno scorso in Italia". Di Maio ha annunciato che nei prossimi giorni a questa piattaforma si uniranno altri movimenti per portare dai singoli Paesi europei a Strasburgo "un gruppo politico europeo né di destra né di sinistra".

"La mia presenza qui è anche per dare man forte a Zivi Zid, partito politico che vuole cambiare la Croazia", ha aggiunto Di Maio. "Il mio è un messaggio di speranza, è possibile cambiare le cose, basta crederci".

Il manifesto in 10 punti

Le cinque formazioni politiche hanno presentato un manifesto in dieci punti. Il documento, lanciato per la prima volta un mese fa a Roma dallo stesso Di Maio, è stato oggi presentato da Ivan Vilibor Sincic, leader del Zivi Zid. Tra i dieci punti del Manifesto, Sincic è evidenziata la necessità di andare oltre le vecchie divisioni ideologiche tra destra e sinistra, di lottare contro le forti lobby delle corporazioni multinazionali a Bruxelles e di avere più democrazia diretta con più iniziative referendarie popolari in tutti i Paesi europei.

Tra le proposte c'è anche quella della modifica del metodo con il quale viene confermata la Commissione europea, così da dare il diritto al Parlamento europeo di votare la fiducia a ogni singolo commissario e non alla Commissione in blocco. L'alleanza ha proposto inoltre di abolire l'obbligo dei Paesi membri dell'Ue a introdurre l'euro, come è il caso per esempio della Croazia. Inoltre, ha spiegato il leader di Zivi Zid, è importante stabilire un meccanismo semplice e giusto per permettere ai Paesi che vogliono uscire dell'Ue di farlo evitando il caos che si è creato con la Brexit.

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