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Guerra in Ucraina

Draghi: “Se non difendiamo l’Ucraina giustifichiamo gli autocrati, a partire da Hitler e Mussolini”

Il presidente del Consiglio è stato chiaro durante la sua replica in Parlamento. Parlando della guerra in Ucraina ha detto: “Se non aiutiamo i Paesi militarmente attaccati difendiamo l’aggressore e questo significa giustificare tutti gli autocrati, a cominciare da Hitler e Mussolini”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Non si può giustificare in alcun modo Putin. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, l'ha detto chiaro e tondo durante la replica agli interventi dei deputati alla Camera, dopo la sua informativa di questa mattina: "Capisco la tristezza davanti alla carneficina della guerra, che non distingue le divise ma distingue i bambini – ha detto il presidente del Consiglio, rispondendo alle osservazioni dei parlamentari – Non aiutare militarmente i Paesi che vengono attaccati, questo è il ragionamento? Allora difendiamo il Paese aggressore non intervenendo e dovremmo accettare che gli ucraini perdano il loro Paese e accettino la schiavitù? Questo terreno scivoloso ci porterebbe a giustificare tutti gli autocrati, a cominciare da Hitler e Mussolini". E ancora: "Non ci sono scuse per chi aggredisce". Poi ha sottolineato con forza: "Noi cerchiamo la pace, fino alla fine. Macron telefona a Putin non so quante volte alla settimana. Ma bisogna essere in due per fare la pace".

Nella prima parte della sua replica, Draghi si è concentrato più che altro sulla questione energetica e della difesa comune europea: "Le speranze di una forte ripresa economica si affievoliscono e su questo occorre una risposta europea sul piano economico, della difesa e dell’energia – ha spiegato – Tutto questo richiede un ripensamento a livello europeo e nazionale sull’energia. Voglio rimarcare che il ripensamento, per quanto riguarda le rinnovabili, non può essere che verso un maggiore investimento". Bisogna "diminuire la dipendenza energetica attraverso la diversificazione in due direzioni – ha continuato Draghi – cercando altri fornitori e aumentando gli investimenti nelle rinnovabili".

"Questo è un continente che ha privilegiato il lavoratore nel suo sviluppo – ha sostenuto Draghi – Il mercato unico è stato un grande progetto di eliminazione delle frontiere accompagnato dalla protezione del lavoratore e degli standard produttivi e lavorativi". E ancora: "Angela Merkel diceva che l’Europa ha il 15% della popolazione mondiale, il 25% del prodotto mondiale e il 55% della protezione sociale mondiale. Ora non possiamo rinunciare ai nostri standard". Ora "occorre una risposta congiunta, come nel caso del Next generation Eu".

"La risposta europea è stata unita e compatta e lo sarà anche in tutte queste sfide – ha voluto sottolineare Draghi – I fondatori dell’Unione europea, tra cui De Gasperi, avevano come obiettivo la pace, ma proprio per questo avevano progettato la comunità europea di difesa, per questo la vogliamo creare. Per questo vogliamo adeguarci all’obiettivo del 2% che abbiamo promesso nella Nato".

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