Dopo il dl Sicurezza il governo accelera anche su riforma della giustizia e premierato: i prossimi step

Dopo l'okay della Camera al decreto Sicurezza, che andrà convertito in legge dal Senato entro il prossimo 10 giugno, la maggioranza torna a puntare sulle riforme costituzionali: in particolare su giustizia e premierato, che vuole far arrivare in Aula nel mese di luglio. Per l'Autonomia differenziata, l'altro grande progetto di riforma targato Lega, ci vorrà ancora diverso tempo perché il testo venga riformulato che integri tutti i rilievi della Consulta che aveva dichiarato alcune parti incostituzionali.
Premierato e separazione delle carriere, care rispettivamente a FdI e Forza Italia, dovrebbero approdare alla Camere in estate, secondo il timing fissato ieri dalla maggioranza tra Camera e Senato. L'idea è quella di portarsi avanti in vista del rush finale dei lavori parlamentari che tradizionalmente anticipa la pausa estiva. Le opposizioni però, insorgono. Al termine della riunione la capogruppo Pd, Chiara Braga, ha espresso il parere contrario all'inserimento del premierato nel calendario dei lavori di luglio, segnalando che nello stesso periodo l'Assemblea sarà impegnata anche con il provvedimento sulla separazione delle carriere nella magistratura. "Due riforme costituzionali che ci fanno temere una nuova compressione dei tempi dell'esame e una nuova forzatura", ha dichiarato.
"Cerchiamo di mantenere aperto il confronto con le opposizioni, che si sono opposte alla riforma in Aula insieme a quella della giustizia, ma poi non possono prima accusarci di non voler portare il premierato in Aula dicendo che è sparito dai radar e poi accusarci di volerlo esaminare", ha risposto il capogruppo di Fratelli d'Italia a Montecitorio Galeazzo Bignami.
Anche la responsabile giustizia dei dem, Debora Serrachiani, teme nuovi colpi di mano dal governo, com'era accaduto con il ddl Sicurezza trasformato in decreto per velocizzare i tempi di approvazione. "Tagliole, tempi contingentati, audizioni ridotte, emendamenti respinti, silenzio assoluto, nessun confronto, testi blindati, voti di fiducia. È così che la maggioranza e il Governo stanno affrontando due riforme costituzionali che rischiano di stravolgere la nostra Carta e cambiare il volto del Paese", ha dichiarato.
L'accusa rivolta dalle opposizioni è quella di voler comprimere i tempi di discussione parlamentare per approvare in fretta e furia i progetti di riforma. Intanto, al Senato, si sono riuniti gli uffici di presidenza delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia per definire le prossime sedute. Per il decreto Sicurezza si partirà martedì 3 giugno, con la discussione nelle commissioni, seguita dalla presentazione degli emendamenti, dall' esame delle proposte di modifica e infine dalla discussione generale del provvedimento. Probabilmente anche a Palazzo Madama, com'era già avvenuto alla Camera, il governo potrebbe decidere di porre la questione di fiducia sul decreto. "I tempi per la discussione del decreto sicurezza sono scandalosi", ha spiegato da Avs Peppe De Cristofaro. "In questo modo il Senato non avrà il tempo di approfondire un provvedimento molto controverso e su cui si moltiplicano le voci contrarie. La maggioranza ha fretta".