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Di Maio alla Camera: “Dall’estero arrivate 30 milioni di mascherine, di cui 22 dalla Cina”

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, durante il question time alla Camera spiega che l’Italia ha ricevuto dall’estero 30 milioni di mascherine finora. Di queste, ben 22 milioni sono arrivate dalla Cina per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Il ministro degli Esteri, inoltre, chiede di evitare polemiche sulla provenienza delle forniture sanitarie.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, fornisce i dati riguardanti le mascherine arrivate dall’estero all’Italia per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Di Maio ne parla durante il question time alla Camera e spiega: “Dall'estero sono arrivate 30 milioni di mascherine, 22 milioni delle quali dalla Cina”. Per quanto riguarda il “dibattito in corso sulla provenienza degli aiuti – prosegue – in situazioni di emergenza è necessario agire in tempi rapidi e in modo concreto. La vita di medici infermieri, sanitari, forze dell'ordine e di ogni singolo italiano va tutelata e tutto ciò che bisogna fare sarà fatto”.

Il ministro degli Esteri chiede di evitare le polemiche sulla provenienza delle forniture sanitarie. Alla Farnesina, spiega, sono arrivate dall’estero “600 segnalazioni di potenziali fornitori”. Per quanto riguarda la Cina, è stato stipulato un contratto da 100 milioni di mascherine da parte di un’azienda privata “a prezzi di mercato” e una prima tranche “è arrivata ieri”. “L’Italia non è sola in questa emergenza”, afferma ancora Di Maio ricordando da quali Paesi sono arrivati i dispositivi, citando anche Brasile, Egitto, Filippine, Francia, Germania, Giappone, Stati Uniti.

Solo ieri – aggiunge Di Maio – tra Malpensa e Roma sono atterrati diversi aerei di aiuti per un totale di oltre 7 milioni di mascherine, la cui distribuzione sul territorio nazionale non è competenza del ministero degli Affari Esteri. Mentre oggi arriveranno ulteriori aiuti dalla Turchia a Pratica di Mare, che personalmente andrò ad accogliere”. Di Maio, infine, risponde anche a un’altra interrogazione presentata da Fratelli d’Italia, con la quale si contesta l’erogazione di fondi alla Tunisia concessi “in base a un memorandum siglato nel 2017”: “Non è un atteggiamento costruttivo – replica il ministro degli Esteri – non è ciò di cui abbiamo bisogno, non è patriottico gettare nel caos il proprio popolo con informazioni false e già rettificate. Siamo all'anno zero e la nostra nazione ha bisogno di unità e profondo senso di responsabilità”.

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