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Elezioni politiche 2022

Di Maio a Fanpage.it: “Attenta Meloni, la specialità di Salvini è far cadere i governi”

“Salvini ha fatto cadere il primo governo Conte, ha fatto cadere il governo Draghi e farà la stessa cosa con Meloni”. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e fondatore di Impegno civico, fa una previsione precisa nell’intervista con il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato.
A cura di Luca Pons
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"Nel primo governo Conte, come ricorderete tutti, alla fine a un certo punto Salvini ha provocato una crisi in piena estate e ha buttato giù il governo. Da una parte c'era la responsabilità nazionale, dall'altra la convenienza di partito. Ed è la stessa cosa che avverrà con Giorgia Meloni, perché io conosco la specialità della casa di Salvini e la specialità e cominciare a picconare chi sta davanti a lui nel governo dal primo giorno". Ha le idee chiare sul futuro della legislatura Luigi Di Maio, ministro degli Esteri e fondatore di Impegno civico, lista che corre alle elezioni in coalizione con il centrosinistra. Ne parla in un'intervista con il direttore di Fanpage.it, Francesco Cancellato.

"Io lavoro per non far andare la destra al governo, per far vincere la coalizione progressista. Detto questo, se la destra andrà al governo noi ci ritroveremo Salvini e Berlusconi che proveranno ogni giorni a logorare la Meloni. Il problema non è Salvini-Berlusconi-Meloni, il trio sfascia conti, come li chiamo io. Il problema è che il Paese non si può permettere un governo in continua fibrillazione". La preoccupazione per un governo di centrodestra riguarda la "sicurezza economica del Paese. La loro coalizione ha fatto proposte per 160 miliardi di euro, c'è il rischio di rivedere il film che abbiamo visto nel 2011, quando stavamo rischiando il fallimento, non pagando gli stipendi dei dipendenti pubblici e privati. Berlusconi si dovette dimettere e poi causò un aumento delle tasse degli italiani per 10 anni".

Da un certo punto di vista, le preoccupazioni per le proposte e la stabilità economica è la stessa che accompagnò la campagna elettorale del Movimento 5 stelle nel 2018, quando il partito emergente fu criticato dall'establisment politico: "Però", commenta Di Maio, "lo spread a 560 punti l'hanno portato loro. Nel 2011 ci ritrovavamo con una reputazione internazionale dell'Italia in cui Sarkozy e la Merkel sorridevano parlando del presidente del Consiglio italiano". In più, continua Di Maio, "questa coalizione di destra ha dentro Salvini e Berlusconi che hanno buttato giù Mario Draghi. Se pensiamo al fatto che per questa ragione Giorgia Meloni deve fare un appello in quattro lingue in tutto il mondo per dire "Non la preoccupate, non la sfascio l'Italia", beh la cosa diventa preoccupante". L'Italia, prima, aveva "Mario Draghi, che ai tavoli internazionali con nome e cognome rassicurava il mondo".

Con Salvini e Berlusconi, però, Di Maio ha anche governato. È stata, dice, "un'esperienza importantissima, perché mi ha fatto capire di che pasta erano fatte alcune persone. Ad esempio, da ministro del Lavoro ho firmato il decreto Dignità e il reddito di cittadinanza, cioè due provvedimenti di cui adesso si vantano altri, ma sono due leggi che ho firmato io". La stoccata è a Giuseppe Conte, attuale leader del Movimento 5 stelle, che però di Maio chiama "il partito di Giuseppe Conte, che fu Movimento 5 stelle".

"Decreto Dignità e reddito, ma anche Spazzacorrotti e taglio del 50% dei parlamentari: queste sono tutte misure che rifarei uguali. Semmai, avevamo da fare altri provvedimenti". Tra le misure che sono mancate nell'operato dello scorso governo, Di Maio ricorda che "il taglio dei parlamentari doveva essere seguito anche da una riforma dei regolamenti, da una legge elettorale, magari con le preferenze, e non sono stati fatti. Anche tutto il tema del decreto Dignità: bisognava continuare sul salario minimo".

Negli ultimi quattro anni, Di Maio è passato da posizioni critiche verso l'Europa, in alleanza con la Lega, a definirsi europeista e candidarsi insieme al Partito democratico. Questo è dovuto, secondo lui, alle scelte che sono state necessarie negli ultimi anni. "Pensiamo alle scelte sui vaccini, alle scelte sulla politica, alle scelte sulla politica estera, alle scelte tra responsabilità nei confronti del Paese e campagna elettorale/sondaggi. Come vedete, c'è chi ha scelto una cosa e chi ha scelto un'altra".

Comunque, per la prossima legislatura Di Maio fa una promessa: "Prometto che resterò pienamente coerente con questo progetto e questo impianto, con la coalizione progressista di cui faccio parte, e con un'idea di Paese in cui non si fanno annunci sfascia conti, come fa la Meloni. Un'idea di Paese in cui si fa crescere l'Italia, ma con responsabilità".

In quanto ministro degli Esteri, l'invasione russa dell'Ucraina è un fenomeno che Di Maio ha osservato da molto vicino: "Anche io, come altri leader europei, sono stato a Mosca e a Kiev nella settimana prima dell'attacco". Nella notte dell'invasione "si è verificato quello che i report dell'intelligence russa avevano detto nelle settimane prima: una potenza nucleare come la Russia ha invaso di nuovo il suolo europeo".

È stata l'invasione a dare il via a "una guerra globale dell'energia, degli alimentari e delle materie prime. Se oggi ci troviamo con queste bollette alte non è per colpa delle sanzioni, ma per colpa dei ricatti di Putin". La reazione italiana non è stata completamente unanime: "Mi dispiace che in Italia le forze politiche non siano allineate. Salvini ancora una volta si dimostra amico di Putin più che degli italiani, dicendo che il tetto massimo al prezzo del gas non serve, e ancora una volta gli alleati di Meloni e Salvini in Europa hanno fatto saltare l'accordo sul price-cap".

A proposito di crisi energetica, secondo Di Maio la prospettiva di indipendenza energetica a lungo termine deve essere costruita sulle fonti rinnovabili, ma "nel brevissimo termine abbiamo bisogno delle infrastrutture per consentirci di far arrivare il gas". Per questo, "anche i rigassificatori offshore servono", come quello che potrebbe essere installato a Piombino. "Io sono stato in Algeria con il presidente Draghi a firmare l'accordo sul gas, con tutti gli altri Paesi. Noi abbiamo fatto un piano energetico strategico nazionale di emergenza e sono inclusi i rigassificatori in questo piano".

Sul piano energetico, "l'Italia è già fortunata che ha tre pipeline che arrivano da Libia, Azerbaigian e Algeria. Ma nelle reti interne di trasporti del gas c'è un cosiddetto collo di bottiglia. I due rigassificatori offshore ci servono per far arrivare le navi e pompare il gas verso le industrie del Nord Italia, ma anche del Nord Europa". Il ruolo dell'Italia può essere cruciale: "Siamo una nazione che in questo momento in Europa può salvare la vita anche a tanti altri Paesi europei, che non hanno le pipeline come noi e non hanno abbastanza infrastrutture".

Il piano della lista Impegno civico per l'energia, quindi, è chiaro: "Innanzitutto un price-cap a livello europeo. Poi dobbiamo ottenere, subito dopo le elezioni, un decreto tagliabollette per pagare almeno l'80% delle bollette degli italiani da qui a dicembre. E infine l'altro tema importante, l'azzeramento dell'Iva sui beni di prima necessità".

L'altro punto fondamentale del programma di Impegno civico è il "salario equo". Secondo Di Maio, "tutti parlano di salario minimo e va bene, bisogna farlo perché 2-3 euro all'ora non è un lavoro, è sfruttamento. Ma il salario equo è il punto fondamentale". E poi, uno dei motivi per votare Impegno civico è che si trova all'interno della coalizione di centrosinistra, "l'unica altra coalizione esistente, che si oppone a quella di Meloni, a quella che vuole portare Berlusconi a fare il presidente del Senato della Repubblica, o Salvini di nuovo al Ministero dell'Interno. E la nostra è l'unica coalizione che nei collegi uninominali può battere l'altra".

Di Maio commenta anche le parole di Carlo Calenda, leader di Azione, che si è riferito a Di Maio come un "venditore di bibite" dicendo che non ne assumerebbe uno in un'azienda. "Questo razzismo, questa discriminazione sui lavori fa schifo, mi fa schifo, perché il punto fondamentale non è verso di me. Qui ci sono un sacco di ragazzi che fanno gli steward allo stadio, vengono le bibite agli eventi e a volte ci tirano avanti anche la famiglia così. E bisogna rispettarla quella gente, non usare in tono dispregiativo una professione, un lavoro umile. Io credo che poi alla fine i lavori umili servano anche a forgiarti la personalità. E lo dico ai tanti ragazzi che sentono queste parole da Calenda: voi non avete nulla di cui vergognarvi per il lavoro che fate".

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