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Decreto Ucraina, il governo porrà la fiducia senza l’odg di Fratelli d’Italia su spese militari

Il testo andrà in Aula al Senato quasi certamente senza relatore, il che significa che decadono emendamenti e ordini del giorno approvati in commissione. Stop al tanto discusso odg di Fratelli d’Italia sulle spese militari, accolto dal governo, che ha scatenato le proteste del Movimento 5 Stelle.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il decreto Ucraina sarà votato dal Senato senza l'ordine del giorno di Fratelli d'Italia. Dopo ore di polemiche nella maggioranza e nel governo, con il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che ha parlato ieri per più di un'ora con il presidente Draghi senza riuscire a trovare un accordo, la questione delle spese militari si risolve temporaneamente. La discussione, però, è più aperta che mai. Nel pomeriggio il ministro della Difesa Guerini ha parlato di obiettivo 2028, più vicino a quello indicato da Conte – il 2030 – che a quello di cui ha parlato Draghi e che prevedono gli accordi Nato: il 2024.

Domani, intanto, non ci sarà una spaccatura in Aula. O almeno così dovrebbero andare le cose: il decreto Ucraina arriverà in Aula in Senato senza un relatore, questo significa che decadono gli emendamenti e gli ordini del giorno presentati in commissione, compreso quello presentato da Fratelli d'Italia sull'aumento della spesa militare. Si tratta dell'odg che tanto ha fatto discutere, perché impegna il governo a portare le spese militari al 2% del Pil e sopratutto perché è stato accolto nonostante sia stato presentato da un partito d'opposizione. Quando – dicono i 5 Stelle – c'è chi è contrario. "Abbiamo chiuso i lavori dell'ufficio di presidenza – ha spiegato il presidente della Commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli – se la Bilancio non si esprime entro le 18 il provvedimento va in Aula senza relatore".

In questo modo voterà a favore anche il Movimento 5 Stelle, che si è schierato duramente contro l'odg di Fratelli d'Italia. Oggi Conte è stato chiaro: va bene rispettare gli impegni, ma con un programma differente. Perciò la richiesta è di allungare dal 2024 al 2030 la scadenza dell'adeguamento richiesto dalla Nato. Resta tutto in gioco, al momento. Alle 18 comincerà la discussione in Aula del decreto Ucraina. Il governo porrà la questione di fiducia e domani sarà votato il testo.

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