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Decreto Genova bloccato, mancano le coperture. Il governo smentisce: “È tutto finanziato”

Polemica sul decreto Genova, rimasto bloccato alla Ragioneria dello Stato per la mancanza delle coperture su alcune voci. Ma il governo smentisce e assicura che gli interventi sono tutti finanziati e che il decreto legge “sta per essere inviato al Quirinale”. Toti: “Forse più opportuno il ritiro del decreto per ricominciare da capo”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il decreto Genova subisce ancora un rinvio e neanche oggi è arrivato al Quirinale, nonostante ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, avesse assicurato che sarebbe stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale probabilmente nella giornata di oggi. Ma nel testo mancano alcune voci riguardanti le coperture e così la Ragioneria generale dello Stato è costretta a rinviare i tempi della bollinatura, una sorta di via libera necessario prima che il decreto torni al ministero competente e al governo per poi essere inviato al Colle e infine pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il governo, però, smentisce e assicura che le coperture ci sono tutte, pur non spiegando come mai ancora non ci sia la bollinatura.

Il decreto Genova, denominato decreto Urgenze, è stato approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 13 settembresalvo intese”. Non aveva ricevuto il bollino dalla Ragioneria, cioè l’organo del ministero dell’Economia – i cui tecnici sono già al centro della polemica dopo la pubblicazione dell’audio di Rocco Casalino, portavoce di Conte – che deve attestare le coperture per i provvedimenti di spesa. Coperture che, così come la relazione tecnica, non ci sarebbero. Mancherebbero su molti articoli, a partire dalla ricostruzione del ponte per arrivare alle misure economiche necessarie per il rilancio di Genova, come spiega Il Sole 24 Ore.

La Ragioneria avrebbe inviato una nota di risposta in cui ha suggerito alcune possibile coperture, ma spetta alle amministrazioni competenti – cioè ministeri e Palazzo Chigi – proporre la sua idea per le coperture. Poi il testo tornerà di nuovo alla Ragioneria e quindi approderà al Quirinale. Fonti del ministero dell’Economia affermano che il decreto “è giunto alla Ragioniera senza alcuna indicazione degli oneri e delle relative coperture”. Ma, allo stesso tempo, assicurano: “La Ragioneria non ha bloccato il decreto, ma lo sta sbloccando”.

Bucci e Toti vogliono il decreto subito

Sia il sindaco di Genova, Marco Bucci, che il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, chiedono di avere il decreto in tempi brevi per poter procedere con la ricostruzione senza perdere altro tempo. Bucci si augura di “vedere al più presto il decreto Genova”, sperando che “dentro ci sia tutto quello che abbiamo chiesto al governo”. Toti si dice stupito e preoccupato per “le voci di un ulteriore stop al decreto Genova, fermo, a quanto pare, alla Ragioneria dello Stato, ancor prima di arrivare al vaglio della presidenza della Repubblica dove, secondo gli annunci, sarebbe dovuto arrivare già da alcuni giorni. Mi chiedo – aggiunge – se non sia più opportuno il ritiro del decreto per ricominciare da capo su basi più solide, condivise e realistiche”.

La smentita del governo

La presidenza del Consiglio dei ministri, attraverso una nota, assicura che si tratta di voci infondate e che le coperture ci sono: “Quanto alle notizie diffuse sul decreto emergenze e sulle presunte carenze di coperture finanziarie che sarebbero all'origine di ritardo nella sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale, si precisa che queste notizie non corrispondono al vero. Gli interventi in conto capitale sono integralmente finanziate. Parimenti, quelli di parte corrente sono integralmente finanziati per il 2018 e, in parte, per gli anni successivi. Per la parte residua, sarà data copertura nella prossima legge di bilancio, che sarà presentata al Parlamento il 20 ottobre. In definitiva, nessun ritardo per l'avvio delle misure di sostegno contenute nel decreto tant'è che dal Mef hanno appena confermato di avere terminato le valutazioni di propria competenza e che il decreto legge sta per essere inviato al Quirinale”.

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