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Presidenza Trump

Dazi Usa: Trump rilancia lo scontro commerciale, Ue proroga sospensione delle contromisure

Donald Trump annuncia dazi del 30% su tutte le esportazioni europee a partire dal primo agosto. La Commissione europea si prepara a rispondere con misure di ritorsione. Intanto, monta la tensione tra gli Stati membri e crescono le preoccupazioni per l’impatto su imprese e consumatori.
A cura di Francesca Moriero
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AGGIORNAMENTO:

Una lettera dai toni duri, consegnata in anticipo e pubblicata con effetto scenico sul social Truth: così Donald Trump ha ufficializzato la nuova offensiva commerciale contro l’Unione europea. A partire dal primo agosto, gli Stati Uniti applicheranno dazi del 30% su tutte le esportazioni provenienti dall'UE, con la minaccia esplicita di aumentare ulteriormente le tariffe in caso di ritorsioni. Per l’Europa, già in difficoltà su diversi fronti geopolitici ed economici, si apre una nuova e pericolosa faglia.

Nella stessa counicazione, il presidente Usa ha lasciato uno spiraglio per la trattativa, rivolgendosi, con una lettera, direttamente alla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen: "Se desiderate aprire i vostri mercati commerciali, finora chiusi, agli Stati Uniti ed eliminare le vostre barriere tariffarie e non tariffarie, possiamo discuterne".

La risposta europea: fermezza e cautela

Ursula von der Leyen ha replicato con fermezza, sottolineando che Bruxelles è "pronta a continuare a lavorare per un accordo entro il primo agosto", ma ha anche messo in guardia contro gli effetti devastanti di questa escalation: "I dazi al 30% interromperebbero le essenziali catene di approvvigionamento transatlantiche, a scapito di imprese, consumatori e pazienti su entrambe le sponde dell’Atlantico". Nel pomeriggio, a Bruxelles, è stata convocata d’urgenza una riunione del Coreper, il comitato permanente dei rappresentanti degli Stati membri, per valutare l’attivazione di contromisure, da tempo pronte ma finora tenute in stand-by. Ogni mossa dovrà tenere conto degli sviluppi dei negoziati con Washington e dei fragili equilibri tra gli interessi dei singoli paesi Ue.

L'Italia tra sostegno alla Ue e polemiche politiche

Da Roma, il governo italiano ha espresso "pieno sostegno agli sforzi della Commissione", auspicando un "accordo equo" e ricordando che "non avrebbe alcun senso innescare uno scontro commerciale tra le due sponde dell’Atlantico". Ma la politica interna si infiamma: il leader M5S Giuseppe Conte attacca duramente Meloni definendola "dilettante" e accusandola di aver "svenduto l’interesse nazionale" dopo essersi candidata come mediatrice per azzerare i dazi, accettando invece un compromesso al ribasso.

Anche la Lega insinua critiche alla gestione Ue della trattativa, sostenendo che l’Italia paga le conseguenze di un’Europa "a trazione tedesca" e denunciando "l’eccesso di burocrazia di Bruxelles" come un freno alla competitività.

Parigi e Berlino

Intanto, il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto di accelerare la preparazione di "contromisure credibili", spingendo anche per l’attivazione del meccanismo anticoercizione, uno strumento introdotto dall’Ue per difendersi da pratiche economiche aggressive da parte di paesi terzi. In Germania, la ministra dell’Economia Katherina Reiche invita invece a negoziare "pragmaticamente", concentrandosi su pochi punti chiave, a partire dai settori industriali più colpiti: auto, farmaceutica, meccanica e chimica. Proprio le divergenze tra le priorità dei singoli paesi europei potrebbero diventare il tallone d’Achille di Bruxelles in questa fase: se Berlino vuole salvaguardare l’automotive, Roma difende agroalimentare e design, mentre Parigi insiste sul coordinamento politico.

Le ricadute sul made in Italy: un conto salato

Secondo Coldiretti, i dazi al 30% sui prodotti europei potrebbero costare all’agroalimentare italiano oltre 2,3 miliardi di euro, tra calo immediato delle esportazioni e mancata crescita futura; con il nuovo scenario, alcuni prodotti simbolo del Made in Italy rischiano rincari fino al 45% sugli scaffali americani: tra questi formaggi, vini, conserve di pomodoro e pasta farcita. Un’opportunità per l’industria del falso, l’italian sounding, che già vale 40 miliardi. Anche Confcooperative lancia l’allarme: i dazi "sono un colpo da KO tecnico per l’export italiano" e potrebbero cancellare decine di migliaia di posti di lavoro. Il presidente Gardini attacca frontalmente Trump, definendolo un "disseminatore di tempesta", ma chiede anche a Bruxelles di uscire dalla sua "miopia tecnocratica".

Gli Stati Uniti hanno già avvertito altri 23 partner, tra cui Brasile, Giappone e Corea del Sud, preannunciando dazi tra il 20% e il 50%, oltre a tariffe aggiuntive su materie prime come il rame. Ma è con l’Europa che Trump sembra voler lanciare il guanto di sfida più pesante, forse anche per indebolire l’asse politico ed economico transatlantico.

Bruxelles si trova così in un angolo: reagire con durezza, rischiando di alimentare lo scontro e danneggiare le proprie economie, o cedere a una trattativa asimmetrica, rischiando di apparire debole? In mezzo, ci sono milioni di lavoratori e intere filiere produttive. L’estate si annuncia calda, non solo per il clima.

Von der Leyen: "Pronta seconda lista contromisure ma preferiamo negoziare"

"Siamo sempre stati molto chiari sul fatto di preferire una soluzione negoziata. Questo rimane valido e utilizzeremo il tempo che abbiamo fino al primo agosto" ha dichiarato Ursula Von der Leyen, presiedete della Commissione Europea, commentando in conferenza stampa la lettera sui dazi di Donald Trump. "Possiamo rispondere con contromisure se necessario".  Von der Leyen ha poi aggiunto: "Estenderemo la sospensione delle nostre contromisure fino all'inizio di agosto e, nel frattempo, continueremo a predisporre ulteriori contromisure per essere pienamente preparati".

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