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Dall’Ue schiaffo a Nordio, Italia dovrà reintrodurre il reato d’abuso d’ufficio: la direttiva anticorruzione

Nella nuova direttiva anticorruzione, su cui oggi è stato raggiunto un accordo in Europa tra Consiglio e Parlamento Ue, è previsto il reato di ‘esercizio illecito di funzione pubblica’, in pratica l’abuso d’ufficio che è stato eliminato nel 2024 dal governo Meloni. Una volta che la direttiva sarà definitivamente approvata, gli Stati membri avranno due anni di tempo per recepire la nuova legge.
A cura di Annalisa Cangemi
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Oggi il Consiglio Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sulla direttiva anticorruzione, che contiene le norme minime con cui gli Stati membri definiscono e sanzionano i reati di corruzione nel loro codice penale, oltre a una serie di misure per prevenire la corruzione e rendere indagini e azioni penali più efficaci.

Dopo l'accordo di oggi, praticamente blindato, la direttiva si avvia ora verso il via libero definitivo, che dovrà passare dal voto in plenaria e dall'ok del Consiglio. A quel punto gli Stati saranno chiamati a recepirla entro due anni dalla pubblicazione.

In base all'accordo sul testo, verrà stabilito uno standard a livello Ue, in modo che una serie di atti vangano criminalizzati e definiti allo stesso modo in tutti gli Stati membri. I reati che diventeranno punibili come reato penale in tutta l'Ue sono quelli di corruzione nei settori pubblico e privato, appropriazione indebita, traffico di influenze, intralcio alla giustizia, arricchimento da reati di corruzione, occultamento e alcune gravi violazioni dell'esercizio illecito di funzioni pubbliche, spiega il documento.

Grazie anche all'intervento del M5s è stata aggiunta una norma, l'articolo 11, che sostanzialmente prevede l'introduzione obbligatoria del reato di esercizio illecito di funzione pubblica, l'equivalente dell'abuso d'ufficio che è stato abrogato in Italia nel 2024 dal ministro della Giustizia Nordio. Parliamo del reato, previsto dall'articolo 323 del Codice penale, che puniva chi, in qualità di pubblico ufficiale, abusava del suo potere per procurare a sé o a altri un ingiusto vantaggio oppure un danno. La decisione del governo Meloni nasceva dal fatto che il 94% dei processi per abuso d'ufficio finiva con una assoluzione. Sull'abolizione si era espressa anche la Consulta, stabilendo che non è incostituzionale.

Il testo dell'articolo 11 prevede che Gli Stati membri adottino le misure necessarie affinché almeno alcune "gravi violazioni della legge nell'esecuzione o nell'omissione di un atto da parte di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni siano punibili come reato, se commesse intenzionalmente. Gli Stati membri possono individuare le categorie di pubblici ufficiali ai sensi della presente direttiva che rientrano nell'ambito di applicazione personale di tale reato".

Per il Movimento, si tratta di un duro colpo per il governo Meloni: "La direttiva anticorruzione, approvata in sede di trilogo dopo un negoziato durato mesi, prevede l'obbligatorietà per gli Stati membri di introdurre nel loro ordinamento penale il reato di esercizio illecito di funzione pubblica, l'equivalente dell'abuso d'ufficio cancellato in Italia", spiega in una nota Giuseppe Antoci, europarlamentare del Movimento 5 stelle uno dei relatori della direttiva anticorruzione per il Parlamento europeo.

"Le Istituzioni europee riconoscono che questo reato sia vitale nella lotta alla corruzione e la sua approvazione impone, dunque, il recepimento anche nell'ordinamento italiano dal quale la previsione del reato era stata tolta a opera della maggioranza di centrodestra e in particolare del Ministro Carlo Nordio che si era intestato la cancellazione dell'ex articolo 323 del Codice penale facendo persino ostruzionismo in Consiglio. Non si è era mai visto un Ministro della Giustizia che ostacola la giustizia", ha aggiunto.

"In Europa siamo riusciti a ottenere una grande vittoria della legalità, nonostante il palese ostruzionismo del governo italiano. Sono felice di aver contribuito, insieme alla collega relatrice Raquel Garcia Hermida Van Der Walle e agli altri relatori, a ridare dignità a tutti coloro che erano rimasti, soprattutto in Italia, indifesi davanti a un grave reato che esponeva i cittadini a soprusi, clientelismo e abusi di potere. Oggi un altro tassello è stato rimesso al suo posto".

La notizia dell'accordo sulla legge europea sull'anticorruzione è stata accolta positivamente dal leader del M5s Giuseppe Conte: "Che brutta figura per l'Italia, che fino a qualche tempo fa veniva lodata per la nostra legge Spazzacorrotti. In un'Europa travolta da un nuovo scandalo corruzione in queste ore, dobbiamo anche fare la figura degli ultimi della classe sul tema della legalità, visto che la proposta europea di direttiva anticorruzione su cui oggi si è trovato l'accordo ricorda al nostro Paese che non si possono cancellare con un tratto di penna – come ha fatto il Governo Meloni – i reati di chi abusa del proprio potere solo per proteggere la casta dei politici e dei colletti bianchi", ha scritto su Facebook.

In base allo schema europeo, "si imporrà agli Stati membri di introdurre – quantomeno per le fattispecie più gravi – il reato di ‘esercizio illecito di funzione pubblica', in pratica l'abuso d'ufficio che Meloni e Nordio si sono intestarditi a cancellare senza sentire ragioni", ha fatto notare Conte.

"Per fortuna a rappresentare l'Italia in questa battaglia di civiltà in Europa c'era anche il M5s con un campione di legalità come Giuseppe Antoci, che era uno dei relatori del provvedimento e che ha portato alta la bandiera di un Paese che si batte per la legalità e la giustizia senza due e pesi e due misure. Un'Italia allergica all'immunità per gli abusi dei potenti. Non molliamo la presa: ora il Governo ritorni sui suoi passi".

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