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Massimo D’Alema è pronto a rientrare nel Partito democratico con Articolo 1

Massimo D’Alema sarebbe pronto a sciogliere Articolo 1 e far rientrare la componente che si era staccata nel 2017 nel Partito democratico. “Il mio augurio è che si faccia un passo decisivo in avanti per la ricostruzione di una grande forza progressista” ora che la “terribile malattia” del renzismo è “guarita da sola”, ha detto durante un evento online.
A cura di Annalisa Girardi
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Lo ha detto durante un evento online di Articolo Uno, partito che aveva fondato nel 2017 insieme ad altri ex democratici (tra cui Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza), parlando di una "ricomposizione" e di una "ricostruzione" della forza progressista. In altre parole, tornare nel Partito democratico. "La principale ragione per andarcene era una malattia terribile che fortunatamente è guarita da sola", ha affermato D'Alema in un chiaro riferimento a Matteo Renzi che, due anni dopo la scissione di Articolo Uno, aveva deciso di abbandonare allo stesso modo il Pd per costruire Italia Viva. Un partito centrista, mentre nel frattempo i dem si sarebbero spostati a sinistra: ragion per cui per D'Alema i tempi sarebbero maturi per andare verso una restaurazione.

L'occasione per ricucire formalmente arriverebbe con le Agorà democratiche volute da Enrico Letta per rilanciare il partito. Sarebbero queste "il modo migliore per arrivare ad una ricomposizione che appare necessaria". E ancora: "Il mio augurio è che si faccia un passo decisivo in avanti per la ricostruzione di una grande forza progressista. Alla fine non sarà il partito che volevamo noi, ma vale la pena di portare il nostro patrimonio nel contesto di una forza più grande".

La replica di Renzi e Base Riformista

Ma l'ala renziana rimasta nel Pd, riunita in Base Riformista, non vedrebbe in modo così positivo la faccenda. "Da democratico e oggi da parlamentare democratico, siccome ci sono stato e sono orgoglioso e grato di quella stagione e del mio partito prima, dopo e durante, trovo offensivo e sbagliato definire gli avversari politici come malattie", ha scritto su Twitter Filippo Sensi.

Presto è arrivata anche la replica dello stesso Matteo Renzi.

"D'Alema mi ha sempre fatto la guerra da dentro e da fuori. Quando ho guidato il Pd abbiamo preso il 40%, governato 17 regioni su 20 e scritto pagine importanti sui diritti, per abbassare le tasse, sul lavoro e sull'impresa con Industria 4.0. Con noi la classe operaia ha ricevuto più soldi, non solo con gli 80 euro. Per uno come D'Alema tutto ciò è una malattia (…). Se i dem di oggi pensano che il renzismo sia la malattia e D'Alema sia la cura sono contento per loro e faccio molti fervidi auguri. È il motivo per cui non sono più nel Pd: io credo nel riformismo, loro nel dalemismo".

Letta: "Nessuna malattia nel Pd"

"Il Pd da quando è nato, 14 anni fa, è l'unica grande casa dei democratici e progressisti italiani. Sono orgoglioso di esserne il segretario pro tempore e di portare avanti questa storia nell'interesse dell'Italia. Nessuna malattia e quindi nessuna guarigione. Solo passione e impegno", ha commentato il segretario dem Enrico Letta in un tweet.

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