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Covid 19

Covid, la Fondazione Gimbe avverte: “Entrati in quarta ondata, ma impatto su ospedali minimo”

La Fondazione Gimbe, nel suo monitoraggio settimanale, sottolinea i dati riguardanti l’aumento di contagi, dei ricoveri, delle terapie intensive e dei decessi. Per il presidente Nino Cartabellotta la quarta ondata è in corso, ma l’aumento della pressione ospedaliera è ancora minimo. Preoccupano la campagna vaccinale e la riapertura delle scuole.
A cura di Stefano Rizzuti
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La quarta ondata è in corso, ma fortunatamente l’impatto sugli ospedali è ancora minimo. Sono questi i dati che emergono dal monitoraggio della Fondazione Gimbe nella settimana 21-27 luglio. Giorni in cui sono aumentati i casi e anche gli indicatori ospedalieri: +34,9% di ricoverati in area medica, +14,5% in terapia intensiva. I numeri assoluti, comunque, “rimangono bassi”, anche se salgono i decessi (+46%). Nel rapporto settimanale si parla anche della campagna vaccinale che “non riesce ad accelerare tra esitazione vaccinale e incertezze sui tempi di consegna”. Mentre per la riapertura della scuola in presenza, secondo la Fondazione è “rischioso puntare solo sulla vaccinazione di studenti e personale scolastico”.

Monitoraggio Gimbe, l’aumento di casi e ricoveri

Nel monitoraggio si segnala l’incremento dei nuovi casi: 31.963 contro i 19.390 della settimana precedente. Crescono anche i decessi (111 contro 76), gli attualmente positivi (70.310 contro 49.310), i ricoveri (1.611 contro 1.194), le terapie intensive (189 contro 165) e le persone in isolamento domiciliare (68.510 contro 47.951). Ad aumentare di più, in proporzione, sono i decessi e l’isolamento domiciliare (oltre il 40%), mentre la crescita di ricoveri e terapie intensive è minore. Crescono quasi del 65% i nuovi casi. Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, commenta: “Continuano a salire i nuovi casi settimanali, sottostimati dall’insufficiente attività di testing e dalla mancata ripresa del tracciamento dei contatti, reso sempre più difficile dall’aumento dei positivi. Il virus circola più di quanto documentato dai nuovi casi identificati: di fatto siamo entrati nella quarta ondata”. In tutte le Regioni, escluso il Molise, si registra un incremento dei nuovi casi in percentuale. In 40 province l’incidenza supera i 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti. Con dati superiori ai 150 casi a: Caltanissetta 272, Cagliari 257, Ragusa 193. Per quanto riguarda i ricoveri, siamo al 3% in area medica e al 2% in terapia intensiva, nessuna Regione è vicina ai valori limite che fanno scattare la zona gialla.

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La campagna vaccinale

Cartabellotta sottolinea come la campagna vaccinale sia “ormai dipendente dai vaccini a mRNA, ma rimangono incerti i tempi di consegna di oltre 45 milioni di dosi previste per il terzo trimestre, che come già accaduto nei due trimestri precedenti, potrebbero concentrarsi a fine settembre. E una cadenza non regolare delle consegne rappresenta un grande ostacolo per la programmazione della campagna vaccinale”. Nell’ultima settimana si registra un lieve calo nelle somministrazioni, con una mancata accelerazione dovuta anche alla disponibilità limitata di dosi. Per quanto riguarda le fasce d’età più a rischio, l’88,5% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose, ma con un incremento settimanale solamente dello 0,5%. Quasi 3,2 milioni di over 60 non hanno completato il ciclo vaccinale e 2,06 milioni di persone con più di 60 anni non hanno ancora ricevuto neanche la prima dose.

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La riapertura della scuole, per Gimbe non basta vaccinare

Altro capitolo è quello del rientro a scuola a settembre. I ragazzi tra i 12 e i 19 anni sono oltre 4,5 milioni: di questi poco più di 670mila ha completato il ciclo vaccinale, ovvero il 14,7%. Quasi 765mila, invece, hanno ricevuto solo la prima dose (il 16,8%). Il che vuol dire che il 68,5% è ancora totalmente scoperto. Per quanto riguarda il personale scolastico, il 78,2% ha completato il ciclo, mentre il 6,6% è in attesa di seconda dose. Resta fuori un 15,2%, corrispondente a 221mila persone, che non ha ricevuto ancora neanche una dose. Per Gimbe se si vuole riaprire la scuola al 100% puntare solamente sulla copertura vaccinale è “rischioso” per una serie di ragioni: in primis perché non bastano i vaccini disponibili per ampliare “massivamente a breve termine la platea dei vaccinando”; poi servirebbe una rimodulazione delle priorità della campagna; infine, il rischio è che l’adesione al 60% auspicata da Figliuolo non venga raggiunta. Motivi per cui la Fondazione suggerisce di valutare tutti i nodi critici del rientro a scuola, che già si erano presentati lo scorso anno.

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