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Cos’è questa storia che il ministero della Cultura ha pubblicato un libro di Giuli usando soldi pubblici

Il ministero della Cultura avrebbe stanziato 21mila euro per ripubblicare alcuni libri, tra cui uno dell’attuale ministro Alessandro Giuli, da inserire in una mostra sugli antichi culti romani. Sul caso il Movimento 5 stelle ha annunciato un’interrogazione parlamentare. Il ministero ha detto che il libro è stato scelto per la mostra prima che Giuli diventasse ministro.
A cura di Luca Pons
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Un vecchio saggio di Alessandro Giuli, attuale ministro della Cultura, è stato ripubblicato con soldi del ministero che guida. Si tratta di ‘Venne la Magna Madre. I riti, il culto, l'azione di Cibele Romana', un testo su antichi culti romani, inizialmente pubblicato nel 2012 da una casa editrice di destra. A gennaio di quest'anno, con una delibera, il ministero della Cultura ha stanziato 21mila euro per stampare una nuova edizione di due libri, tra cui questo di Giuli (intitolato "Venne la Magna Madre. I riti, il culto, l’azione di Cibele Romana"), nell'ambito di una mostra organizzata al Parco archeologico del Colosseo proprio sul tema dei culti antichi. Ora il Movimento 5 stelle ha annunciato un'interrogazione parlamentare sul tema, mentre il ministero ha dato la sua versione dei fatti: cioè che il libro era stato scelto da ben prima che, nel settembre 2024, Giuli diventasse ministro.

Lo stanziamento dei soldi pubblici sarebbe avvenuto il 15 gennaio 2025, con la delibera che assegnava a una casa editrice il compito di realizzare una nuova edizione critica del testo. La decisione era firmata da Alfonsina Russo, la capo dipartimento per la valorizzazione del patrimonio culturale, nonché direttrice dal 2017 proprio del Parco archeologico del Colosseo. A riportare la notizia è stato il quotidiano Domani, e la stessa Russo ha poi confermato la cosa, pur dando alcuni chiarimenti sul progetto in generale.

Il libro di Giuli e la versione del ministero

L'iniziativa era partita nel 2023, e aveva a disposizione 190mila euro per una serie di spese legate anche a mostre e convegni. Tra aprile e agosto dello scorso anno, quando il ministro della Cultura Sangiuliano era ancora in carica, il progetto legato al Parco archeologico del Colosseo aveva preso forma come collaborazione con l'Istituto nazionale del patrimonio tunisino. Poi a gennaio, con Giuli già in carica, Russo aveva ufficialmente deliberato lo stanziamento per la ripubblicazione del libro.

Lo stesso ministero della Cultura ha chiarito che l'iniziativa "non ha scopo di lucro", e che il ministro personalmente non ha ricevuto e non riceverà alcun tipo di compenso. Russo ha aggiunto che il ministro Giuli "non ha provveduto ad alcuno stanziamento per la pubblicazione del libro", perché i soldi erano già stati messi da parte nel 2023, appunto. E anche la scelta del libro sarebbe avvenuta prima dell'arrivo di Giuli: "La valutazione di promuovere, fra gli altri, le pubblicazioni di Attilio Mastrocinque su Romolo e di Alessandro Giuli sulla Magna Mater è frutto di una riflessione effettuata in precedenza nella piena indipendenza di un istituto autonomo".

L'interrogazione M5s: "Soldi pubblici per promuovere il libro del ministro, indecente"

Anche accettando questa versione dei fatti, resta il fatto che nessuno ha pensato di cambiare linea una volta che Giuli è diventato ministro della Cultura. Il ministero avrebbe comunque usato soldi pubblici per pubblicare e distribuire un libro del ministro, per quanto la decisione fosse precedente e non ci fosse scopo di lucro. Per questo, il Movimento 5 stelle ha annunciato un'interrogazione parlamentare: "Da quando la cultura ha la sventura di essere amministrata dal governo Meloni abbiamo spesso rivolto l'accusa di amichettismo, familismo e poltronismo a questo governo, ma qui saremmo ad un livello ancora superiore", hanno dichiarato i capigruppo M5s in commissione Cultura a Camera e Senato, Antonio Caso e Luca Pirondini.

"Un'operazione di autofinanziamento ministeriale degna di una repubblica delle banane. Un insulto all'intelligenza, alla cultura e alla decenza istituzionale", hanno attaccato i due. Oggi lo stesso Pirondini è tornato sulla questione, criticando Giuli che la decisione di tagliare i finanziamenti al teatro Akropolis di Genova. "Per il ministero della Cultura non vale la pena investire fondi pubblici per una piccola ma importante eccellenza, mentre per promuovere il libro scritto proprio dal ministro Giuli si apre il portafogli".

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